La prima stesura del pezzo per il sito de Il Messaggero.
Vanni Zagnoli
Qualche ora e dovrebbe arrivare la sentenza di fallimento, per il Parma. I giocatori crociati sono tra color che son sospesi, preparano la partita di domenica sera con il Torino perchè quel che resta della società la vuole disputare ma non è ancora certo che si giochi. A Collecchio affrontano in amichevole i cugini del Fidenza, come fosse una vigilia qualsiasi.
L’udienza della mattinata al tribunale di Parma è stata lampo, a rappresentare la società c’era il legale Osvaldo Riccobene, siciliano di Enna, fra i sindaci revisori dei conti.
“I creditori – spiega – hanno insistito con la loro richiesta di fallimento, non si sono opposti il procuratore e il collegio sindacale della società, per la quale ho depositato una memoria. I giudici si sono riservati il giudizio, come sempre”.
Il presidente Manenti ha rinunciato a essere presente e così la procedura può avanzare. “Il giudice non ha lasciato trapelare nulla, mi auguro che la decisione arrivi in tempi brevi: do per certo lo spettro del fallimento, serviranno anche due curatori, considerata la mole di lavoro. Il tribunale può impostare un esercizio provvisorio già dichiarato in sentenza, oppure autorizzare il curatore a richiederlo. Ritengo molto probabile l’esercizio provvisorio: se la sentenza non arriverà in tempo per la gara di domenica con il Torino, la società ha un’ordinaria amministrazione e almeno per questa partita dovrebbe avere le possibilità di far giocare la partita”.
Il direttore finanziario Marco Preti era stato svegliato alle 4, ieri mattina, per favorire l’arresto di Manenti. “Sono stato sentito come persona informata sui fatti – spiega -. Il paracadute economico? I 5 milioni stanziati dalla Lega verranno erogati eventualmente dopo la gara con il Torino”.
All’udienza era presente anche l’avvocato Maurizio Bignami, legale dell’affarista milanese Alessandro Proto, sempre in attesa di una chance. Probabilmente non arriverà perchè il sindaco Pizzarotti, il collegio sindacale e lo stesso tribunale non lo considerano credibile. L’ultima parola sulla storia del Parma verrà pronunciata dal giudice Pietro Rogato, delegato ai fallimenti.