La morte di Michele Scarponi. L’intervista per Libero, del settembre 2013, alla vigilia del mondiale di Firenze: “Avevo corso gli ultimi due mondiali di Ballerini”. Altro scomparso in tragiche circostanze

Scarponi con il trofeo del Giro vinto nel 2011 (quotidiano.net)

Michele Scarponi, vincitore del Giro d’Italia del 2011, è morto dopo essere stato investito da un furgone mentre si allenava sulle strade di Filottrano in provincia di Ancona.

L’incidente è avvenuto sulla strada provinciale 362, in via dell’Industria, all’altezza di un incrocio. Un 57enne del posto, alla guida di un Fiat Iveco ha omesso di dare la precedenza, centrando in pieno Scarponi, che nel violento impatto sarebbe morto sul colpo per le gravissime lesioni riportate. L’uomo, che ha detto ai carabinieri di non averlo visto è ora indagato per omicidio stradale. Scarponi lascia la moglie, 37 anni come lui, e due figli, gemelli in tenera età.

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Questa era la mia intervista per Libero, nel settembre 2013, alla vigilia dei mondiali

Vanni Zagnoli
L’ultimo titolo mondiale per gli azzurri è stato 5 anni fa, a Varese, con Alessandro Ballan. In Italia vinsero anche Alfredo Binda nel ’32 e Vittorio Adorni nel ’68 a Imola, con distacco record.
Michele Scarponi, oggi si corre a Firenze, c’è aria di bis?
“Speriamo – risponde il marchigiano, 34 anni -. Abbiamo voglia di disputare un buon campionato del mondo”.
Da corridore Paolo Bettini si aggiudicò due titoli di fila, come solo Gianni Bugno, fra gli azzurri. Da ct perchè non riesce a salire sul podio?
“Per le gare di un giorno non abbiamo un corridore del suo livello, quand’era in forma”.
Sarebbe l’omaggio a due fiorentini: il ct Franco Ballerini, scomparso tre anni fa in incidente stradale, e il 92enne Alfredo Martini.
“I due mondiali che avevo corso erano stati gli ultimi del Ballero, mi conquistò per la tranquillità. Abbiamo incontrato Martini, è la personificazione del ciclismo: distilla saggezza e carica ogni volta che lo vedi”.
Nel 2010 Vincenzo Nibali si rivelò vincendo in Spagna, è fra i 5 italiani a esserci riuscito: ha sfiorato la doppietta Giro-Vuelta, centrata solo nel 1981 dal veneto Giovanni Battaglin. Ora farà l’abbinata Giro-Mondiale?
“E’ possibile, è in un gran momento e in una grande annata”.
E’ riuscita solo a tre azzurri: nel 1927 a Binda, a Fausto Coppi nel ’53 e al ravennate Ercole Baldini nel ’58.
“Solo campionissimi, insomma. Ce la metteremo tutta per aiutarlo, non è impossibile”.
Fra gli stranieri, indossarono entrambe le maglie, rosa e iridata, il belga Eddy Merckx nel ‘74, il francese Bernard Hinault nell’80 e nell’87 l’irlandese Stephen Roche.
“Quei 3 confermano che l’accoppiata Giro-Mondiale è da elite. Attenzione allo slovacco Sagan, il mio favorito, al campione in carica Gilbert, belga, e all’elvetico Cancellara”.
Come sarà la strategia?
“Vincenzo è il leader, ha chiesto una gara dura, lo accontenteremo tirando al massimo per far muovere i favoriti, perchè spendano il più possibile. Filippo Pozzato è la seconda punta, il nostro più veloce, starà lì, accanto ai migliori: è un personaggio, sempre fuori dagli schemi, mio compagno alla Lampre”.
Ci presenta gli altri 7 nazionali?
“Rinaldo Nocentini è un vero ganzo, a 36 anni ha molto fondo. Siamo in stanza con Diego Ulissi, ha 24 anni, è un predestinato”.
L’altro 36enne, il regista Luca Paolini, è al 10^ mondiale e all’addio…
“E’ il più esperto, una garanzia. Salì sul podio 9 anni fa a Verona, negli ultimi giri c’è sempre, va forte quando conta e aiuta le punte. Ivan Santaromita è il campione italiano, è veloce e vive una grande annata. Alessandro Vanotti è la spalla destra di Nibali, sa quanto deve fare e non deluderà. Giovanni Visconti è l’arma in più, è siciliano ma corre in casa, titolare anche se da un po’ non gareggia”.
Sono 272 km: 110 in linea, da Lucca a Firenze, e poi 10 giri sul circuito da 16 km. Qual è il punto decisivo?
“La salita di Fiesole è di 4 km, la discesa è molto tecnica. Poi c’è lo strappo durissimo di via Salviati, 600 metri con punte al 18%. Farà selezione”.
Lei vinse il Giro del 2011 solo a posteriori, perchè Contador corse subjudice e poi venne squalificato, poi è stato due volte quarto. Oggi cosa si attende?
“Un bel mondiale. Pedalo molto bene, vorrei essere protagonista quando conta”.
E’ uscito il doping di Cipollini, del francese Jalabert, dei tedeschi Ullrich e Zabel e di altri campioni. Oggi gareggiano Froome e Horner, vincitori di Tour e Vuelta. Sono sospetti?
“La gente abbia fiducia nel presente, le positività emerse sono di 15 anni fa”.

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