Emilde aveva 79 anni. In copertina è con il marito Vasco, scomparso nel 2002
L’Alzheimer l’ha corrosa poco a poco, giorno per giorno, sino a spegnerla definitivamente, dopo mezzogiorno dell’ultimo dell’anno. Emilde Montecchi, 79 anni, di Viano, era l’ultima di quattro fratelli: il 5 gennaio del 2011 aveva perso la sorella Chiarina, abitante a Jano, la frazione di Scandiano; ad aprile il fratello Piero, a luglio l’altro fratello maggiore, Leandro.
Era nata a Ca de’ Caselli, la frazione di Scandiano, il 24 aprile del 1937, da Giuseppe Montecchi e Ines Guidetti, e ben presto per tanti divenne Imelde, con quello storpiamento di nome che forse era più facile.
Visse la guerra, si fermò in 5^ elementare e iniziò a lavorare come mondina in risaia, nel Vercellese, e poi in una ceramica a Scandiano. Nel ’69 sposò Vasco Zagnoli, agricoltore di Pieve Modolena, e da allora aveva sempre abitato nella frazione di Reggio, al confine con Cella e Roncocesi. Dapprima accanto alla Nepal, la fabbrica delle famose uova di cioccolato, dal ’78 in quella villetta di famiglia, in via Berneri: sotto c’erano i suoceri, Ernesto, scomparso a 93 anni, nel ‘96, e Maria, morta nel 2002; lei viveva al piano superiore assieme al marito e, sino al ’94, al figlio Vanni.
Fino a metà degli anni ’80, Emilde si dedicò ai campi e all’allevamento, dividendosi tra fieno, vendemmia e irrigazione. Dava manforte al marito e al suocero anche nella stalla, con una quindicina di mucche.
A metà anni ’80 la svolta, Emilde e il marito convertirono il capannone in laboratorio. Incollavano scatole, ovvero contenitori dei più importanti marchi industriali, in particolare per Arti Grafiche Reggiane, l’azienda della famiglia Cantagalli, dei genitori di Luca, il noto pallavolista.
Un lavoro a cottimo, portato avanti sino all’inizio del millennio, in particolare da lei. Nel frattempo Emilde si prendeva cura, a casa, della suocera Maria, rimasta inferma dai primi anni ’90 e scomparsa a 89 anni.
Nel 2002 la signora Montecchi rimase vedova, il marito morì a 64 anni, soffocato da un boccone. Da allora si passava il tempo fra giardinaggio e spesa al mercato, in bicicletta o in autobus. Non mancava mai dalla messa della domenica mattina, a San Michele Arcangelo, vissuta come un momento di aggregazione. Prima di tornare a casa, sempre in bici, si fermava sul sagrato per salutare decine di conoscenti di Pieve, sempre sorridente. Era felice anche nel veder crescere il bambino dei vicini di casa, diventati la sua nuova famiglia. E poi controllava un po’ le attività del capannone accanto, di sua proprietà.
Una decina d’anni fa i primi segnali della malattia, con amnesie e qualche disorientamento, più alcune leggere cadute. Ma non rinunciava a qualche piccola gita o vacanza. E, soprattutto, a tornare dai parenti, a Viano. Persino in corriera o addirittura un paio di volte in taxi. Chiamato dal figlio, troppo impegnato nel lavoro di giornalista. Là parlava in dialetto della val Secchia, ricordando l’infanzia e le amicizie, i coetanei che aveva perso di vista. Fra le tante persone che citava spiccava Clementina Clementi, scomparsa da anni. “Me zia meistra”. La zia maestra, che aveva l’abitudine di mandare lettere.
Nel 2013 la diagnosi, Alzheimer, diagonisticata peraltro in ritardo e allora iniziarono le visite rituali con la dottoressa Luana Casolari, del centro disturbi cognitivi di Albinea. Due anni fa il primo aggravamento, con il ricovero in ospedale per un’infezione. Da allora Emilde era seguita un po’ dalla vicina di casa.
Sino ad agosto, quando si è reso necessario il trasferimento a villa Al Poggio, alle porte di Reggio. A fine novembre un altro ricovero in ospedale, per una polmonite da ingestione di cibo. La Montecchi aveva difficoltà a deglutire e negli ultimi giorni non riusciva più ad alimentarsi. Evidenti anche le difficoltà respiratorie. Erano le conseguenze dell’Alzheimer, quella malattia sfibrante che leva anche la voglia di vivere e la capacità di comunicare. Pure a lei, così ciarliera. Si è spenta nel giorno del 22° anniversario di matrimonio del figlio Vanni e della nuora Silvia. Ma in fondo da qualche mese la luce si era spenta. La sua ultima apparizione pubblica era stata ad agosto, alla messa in suffragio del fratello Leandro, a Viano.
La camera ardente verrà aperta domani, lunedì, dalle 10, al cimitero di Coviolo. Nel pomeriggio di martedì il funerale, alla chiesa parrocchiale di Pieve. Verrà tumulata nel loculo condiviso con Giuseppina Paglia, la nonna paterna del marito.