Cinque giorni fa è stato ucciso il 20enne Gasan Magamedov, giocatore della squadra giovanile dell’Anzhi, ed è stata una notizia raccapricciante per il mondo del calcio. Il giovane centrocampista era bordo di un auto vicino la sua casa nel nord del Caucaso, quando è stato raggiunto da una raffica di proiettili sparata da un’arma automatica.
La lista nera degli omicidi nel calcio quindi si allunga. La morte di Magamedov riporta alla mente quella del 2 luglio 1994 quando un ubriaco sparò Escobar all’uscita di un bar di Medellin. L’autogol ai Mondiali del difensore colombiano costò l’eliminazione dal torneo e il suo destino: uccisione forse dovuta a storie di scommesse e di malavita.
La madre dei tragici assassini è di Luciano Re Cecconi il 18 gennaio del ’77, quando fintò una rapina al gioielliere per scherzo ed il centrocampista della Lazio venne colpito da un colpo di pistola. A ridosso dei mondiali 2010 fu l’attaccante Cabanas del Paraguay, che avrebbe affrontato l’Italia nella fase a gironi, ad essere colpito da un proiettile in testa per una questione di donne.
Per fortuna si salvò e il proiettile restò nella tempia. Nel dicembre scorso a perdere la vita è stato il calciatore argentino di 33 anni Franco Nieto che è stato colpito da un mattone in testa dopo essere stato aggredito da tifosi avversari nella partita di calcio regionale tra il Chicharita e il Tiro Federal (la sua squadra).
Due anni prima a rimetterci la pelle fu il ventenne Lauro Bogatto, terzino del Banfield, ad essere ucciso da una pallottola mentre si trovava nel mezzo di un conflitto a fuoco nell’hinterland di Baires.
Biagio Bianculli