L’integralità del commento per ilmessaggero.it
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Vanni Zagnoli
Arriva l’7^ vittoria di fila per la Juve, a Carpi va sotto per il gol di Borriello, recupera senza grattacapi e chiude la pratica in 50’. Qui la differenza è abissale nei confronti di Napoli e Milan, bloccate sullo 0-0, e di Inter e Fiorentina, che al Braglia erano passate rispettivamente allo scadere e con notevole fatica.
Il Carpi è più propositivo del solito, con Di Gaudio accanto a Borriello, Castori imposta la partita abituale, con pressing convinto e concentrazione in marcatura. La Juve inizia in maniera molle, sembra la sera di Reggio, con il Sassuolo, il punto è che la squadra del patron Bonacini è decisamente più fragile dei neroverdi. Cuadrado sbaglia un passaggio orizzontale quanto elementare, Cofie lancia sulla destra Borriello, l’ex romanista conserva scatto e potenza, lascia sul posto Bonucci e infila Buffon sul primo palo. Impensabile, per una difesa appena al 6° gol subito nelle ultime 10 gare e per un centravanti di 33 anni voluto dall’ex ds Sean Sogliano fra lo scetticismo nazionale. Il Carpi aveva imbrigliato la Fiorentina di coppa Italia e vinto a Genova, qui cade rapidamente alla seconda azione pericolosa della Juve. Al terzo riciclo, se fossimo nella pallanuoto, dopo due tentativi a vuoto di Khedira, arriva Mandzukic, improvvisa una specie di sombrero davanti al timido ex Marrone e poi infila. I 4 volte campioni d’Italia in sequenza sono imprendibili sulle fasce, con Cuadrado ed Evra. Chiellini a sinistra lancia il francese, Romagnoli non devia e Mandzukic di testa affossa Gabriel Silva, ma in maniera regolare, con Lollo in ritardo. Il croato è alla prima doppietta italiana, al 5° gol in 6 partite.
La differenza fra la squadra più forte del decennio e la matricola imberbe è lì, con la qualità e la forza del centrocampo e la superiorità numerica in fascia. La fase difensiva emiliana è sempre attentissima ma i limiti emergono in maniera fragorosa, come a Genova con la Samp, a Bergamo, all’Olimpico con la Roma e a Empoli. La Juve passa con merito, la squadra di Castori neanche regge in parità sino all’intervallo. Anzi, alla ripresa arriva il tris. Il lancio di Khedira è da baseball, Pogba aggira Zaccardo, anche Letizia è troppo staccato e infila l’1-3. Lì è Natale in anticipo, per la Juve, il resto è serenità, sino agli ultimi minuti.
I cambi mutano poco, Morata giochicchia, Allegri chiede la massima concentrazione ma non viene ascoltato e così sul traversone di Marrone, finalmente vivo, Bonucci incappa in una delle sue classiche topiche, autogol, anzichè tocco sul fondo. Siamo nel recupero, c’è spazio persino per una palla del 3 pari, Mbokugu da destra libera Lollo, la girata non è da giocatore di serie A. Se il Carpi da inizio stagione non si è mai affacciato in zona salvezza è perchè ha limiti precisi. Il potenziale della Juve, viceversa, è infinito e va al di là delle 7 vittorie di fila (8 con il derby di coppa Italia contro il Torino). E’ sempre da scudetto, al netto di Bonucci e di sporadiche disattenzioni. Rugani debutta con i bianconeri in campionato per un problema al polpaccio di Barzagli, meriterebbe un’attenzione diversa di Allegri, che sulle ultime azioni imita lo spogliarello di Pozzecco, un anno fa nel derby di Varese. La Juve è andata vicina a gettare due punti in una partita dominata, da 7+, contro un Carpi da quasi 6.
“Servirà per tenerci svegli alla ripresa del campionato”, argomenta Allegri, che poi analizza il 2015.
“E’ stato un buon anno solare, con lo scudetto perso a 10’ dalla fine, la coppa Italia, supercoppa italiana e questi 4 mesi complicati, con 2 di rincorsa. Siamo passati in Champions e in coppa italia, tutto quanto di eccellente abbiamo combinato rimane lì. Ci attendono primi mesi molto difficili, creiamo le condizioni per passare, contro il Bayern, e nel quarto di finale di coppa”.
Allegri pensa alle complicazioni: “Dieci giocatori nuovi da inserire. Empoli è stata una delle svolte, con successo giocando male”.
A cura di Alessandro Mazzarino