La versione integrale della lunga chiacchierata con Genio Corini, per la Gazzetta del Sud, uscita lunedì.
Vanni Zagnoli
Il Crotone debutta in serie A e lì Eugenio Corini è stato primattore, con due salvezze larghissime al Chievo. Un anno e mezzo fa venne esonerato immeritatamente, arrivò Maran e convinse di più sul piano del gioco, come risultati però l’ex regista del Palermo era stato perfetto, soprattutto nel subentro a Sannino. Risponde alla Gazzetta del Sud mentre osserva il figlio Filippo, 14 anni, regista della Paluani Life, ovvero nel Chievo giovanissimi.
Genio, aveva debuttato in panchina proprio in rossoblù…
“Subentrai a Menichini, che venne richiamato dopo 10 partite. Iniziò la stagione successiva, sino al subentro di Drago. Che si salvò, approdò ai playoff e di nuovo si salvò. E adesso la promozione con Juric”.
Corini finì allora in Lega Pro, a Frosinone, rilevando Carlo Sabatini. E dopo di lei i ciociari vissero il quadriennio memorabile con Stellone.
“Due promozioni e la salvezza in A svanita a una giornata dalla fine”.
Ora Ivan Juric fa bene a tornare al Genoa, da capoallenatore?
“Si parla ancora di ipotesi, perciò evito di commentare. Merita un voto altissimo, con quella squadra di giovani. La società è ambiziosa e anche la scorsa stagione sperava nel salto. Molto ruoto attorno alla capacità del ds Ursino di scovare talenti e inserirli nell’ambiente giusto. A parte l’ultima salvezza, complicata, le annate sono spesso brillanti. Juric fa un grande lavoro anche per identità e spirito, al punto che si è giocato il primato con il Cagliari, più attrezzato”.
Quali pitagorici apprezza maggiormente?
“Tanti, anche se non c’è più nessuno, di quei miei due mesi. Eccelenti gli esperti Cordaz e Clayton, gli interni Barberis, Salzano e Capezzi, i laterali. Mi fa piacere che Stoian (in copertina con la maglia gialloblù, contro la Roma, in serie A) sia tornare il ragazzo che lanciai a Verona. Naturalmente brilla Budimir, Palladino dopo la condizione ripresa. Juric è molto bravo nelle rotazioni, così i pitagorici tengono un ritmo importante”.
Chi acquisterebbe per la serie A?
“Ursino cerca di mantenere la linea verde, migliorerà l’ossatura con elementi di esperienza. La presidenza e il direttore costruiranno una rosa adeguata per competere alla salvezza”.
Ecco, quali sono gli ingredienti fondamentali?
“Conta la capacità di restare compatti nei momenti delicati, a lungo i risultati possono non venire e la resistenza è decisiva. E’ così che il Carpi ha sfiorato il miracolo, mentre il Frosinone sino a 4-5 domeniche dalla fine era benissimo in corsa. Nelle difficoltà va trovata la forza”.
Passiamo in rassegna i dirigenti crotonesi?
“Il vicepresidente Gualtieri era già consigliere di Lega, ai tempi miei, con la famiglia Vrenna è animato da grande passione. Anche con me Raffaele fece la battuta: “Vorrei la serie A”. Diciamo che è stato lungimirante, crea le situazioni giuste, valorizzate al massimo”.
Lo stadio Ezio Scida avrà il peso del Matusa per il Frosinone?
“Come ambiente è perfetto per una provinciale, con gli spalti vicini al campo, aiuta chi lotta per non retrocedere. Ai ciociari è mancato un rendimento esterno sufficiente, ma in casa hanno convinto. A parte la sconfitta con il Palermo, risolutiva per entrambe”.
Dipinga ora la galleria dei calabresi di serie A e B.
“Floccari e Maietta nel Bologna, come Missiroli e Berardi nel Sassuolo, hanno un ruolo fondamentale e sarà tale anche per le prossime stagioni. In B, si fanno largo i fratelli Gatto, Massimiliano alla Pro Vercelli, Leonardo a Salerno, passando per il Vicenza: era cresciuto nella primavera del Chievo, è rapido e scaltro, si era allenato anche con me. Alla Ternana, Ceravolo si conferma ottimo centravanti, attacca la profondità, migliora come leader e meriterebbe la serie A. Modesto è stato mio compagno a Palermo, è sempre a posto, ha qualità e anche al Crotone lo dimostra, tantopiù da crotonese. Quando si vince, contribuisce tutta la rosa, a motivare continuamente e a creare la bella alchimia”.
Chiudiamo con i tecnici calabri…
“Gattuso è in finale playoff per la promozione in B, con il Pisa. Lo ricordo al Palermo, è un passionale, dà tutto se stesso. A Latina Iuliano era subentrato bene, un anno fa, è stato congedato troppo presto. Gli esoneri capitano, anche non per demeriti propri: al debutto aveva dimostrato valore, salvando in anticipo i pontini. Perrotta ha scelto l’impegno con l’assocalciatori, eravamo assieme nel Chievo e dopo una carriera da campione del mondo mostra intelligenza: farà strada anche nell’Aic”.
A cura di Giangabriele Perre