La Gazzetta del Sud. Annarita Sidoti vola in cielo a 44 anni, lascia tre figli e la battaglia con il cancro. I ricordi di Ileana Salvador, Rossella Giordano ed Elisa Rigaudo

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Annarita Sidoti

L’integralità del servizio per la Gazzetta del Sud, con un grazie a Paolo Cuomo, Mauro Cucè, Max Passalacqua e compagni.

Vanni Zagnoli

La morte di Annarita Sidoti a 44 anni getta nello sconforto la marcia italiana. Le ex compagne, le eredi di oggi dell’oro europeo e mondiale ringraziano la Gazzetta del Sud perchè ospita i loro ricordi.

Ileana Salvador scrive sulla pagina di facebook. “Dolce amica mia, compagna di allenamenti, di battaglie, di podi, di gioie sportive e non. Eè un dolore immenso apprendere della tua scomparsa. Credevo, speravo tanto ce l’avessi fatta. Sei stata ad esempio per tutti noi, sempre, anche con la dignità con cui ha affrontato la tua malattia. Io veramente non riesco a dirti addio”.

Annarita per anni è stata compagna di Nazionale dell’astigiana Rossella Giordano, con la quale aveva instaurato un rapporto speciale.

“Un’amicizia unica – racconta -, speciale. Eravamo lontane, perchè lei viveva in Sicilia, eppure sempre molto vicine, al di là dell’addio all’atletica, al punto che lo scorso autunno avevamo trascorso una vacanza insieme alle Isole Eolie.

“Nel ’97, ad Atene, Annarita partecipò al campionato mondiale perché io avevo rinunciato per infortunio. Lei vinse e dopo la vittoria, in diretta Rai, dedicò la medaglia a me. Un’emozione unica, come la nostra amicizia… Mi manca già molto”.

“In tutta la mia carriera da marciatrice c’è stata Anna – aggiunge in chat Ileana Salvador – siamo sempre state in nazionale insieme: compagna di stanza, compagna di allenamento, di podi, agli Europei indoor di Glasgow e poi a Spalato; di battaglie sportive e di gioie, a volte anche di amarezze e delusioni. Ne ricordo la generosità, la solarità e la semplicità, era una persona autentica come ce ne sono poche. Eravamo molto rivali in campo, grandi amiche fuori”.

Sidoti è stata la marciatrice più amica di Ileana, anche a fine carriera. “Ci sentivamo via skipe,  l’ultima immagine di lei è qualche mese fa con lo sfondo i suoi bambini che schiamazzavano. Mi raccontava  dei figli, di tutte le operazioni e della chemioterapia che stava facendo, sempre con serenità, senza mai lamentarsi. Anzi era lei a consolare me quando ero delusa di qualcosa: “Dai Ile, che ti importa, perchè te la prendi?”. Sono molto scossa, penso a lei in continuazione”.

Salvador ha un grandissimo rimorso. “Di non averla chiamata negli ultimi tempi, avevo in programma di farlo a giorni, avendo intuito che c’era qualcosa che non andava quando l’ho vista in una foto con le stampelle:  poi però avevo visto una foto con i bambini postata di recente, pensavo stesse bene. Ho confidato troppo nella sua grande capacità di riprendersi, una mancata risposta avrebbe dovuto insospettirmi.

Spero tanto che non si sia sentita abbandonata da me, avessi saputo sarei scesa al paese. Il marito Pietro mi ha raccontato che voleva venirmi a trovare in Svezia e mi si stringe il cuore a pensarci”.

Proprio giovedì mattina l’aveva pensata. “Era stato un brutto presentimento. Adesso mi sento smarrita, più sola, mi mancherà l’amica: mise a disposizione la sua casa perchè potessi allenarmi al caldo, nella sua meravigliosa terra. Da madre penso ai suoi bambini che hanno più o meno l’età della mia ultima figlia Nicole”.

Salvador fatica a trattenere l’emozione, in chat. “Ho perso mia madre a 4 anni, a 32 morì di cancro, so cosa significa crescere senza, ma Anna aveva una famiglia e una madre meravigliosa a cui va un immenso abbraccio. Anche al professore Coletta, il suo allenatore, veramente per me è impossibile dirle addio”.

Salvador è in Svezia dal 1996, ebbe altre due figlie dal marciatore scandinavo Bo Gustafsson, che poi aveva lascito. “Vivo a Stoccolma e lavoro all’ambasciata italiana”.

Elisa Rigaudo, invece, prepara la 4^ olimpiade. “I suoi ultimi anni – racconta la cuneese – sono combaciati con i primi miei. A Saluzzo, vivevo con Perrone e Alfridi, facemmo raduni insieme al Sestriere, nello stesso appertamento. Vivemmo anche una semisfida per l’Europeo di Monaco di Baviera: ebbe la meglio lei, a 33 anni, io ne avevo 22. Di Anna ricordo la determinazione in tutto, anche nella vita: era decisa, trasmetteva un’energia incredibile. Al Sestriere avevamo la cucina, una sera cucinò gli arancini, come le aveva insegnato la mamma, messinese. Si conviveva e si condivideva tutto, nei raduni”.

A fine carriera, Sidoti si dedicò alla politica. “Ma del suo paese, nel Messinese, volle restare in Sicilia per contribuire così. Mi scriveva sempre prima delle gare e alla nascita dei miei figli, Elena e Simone”.

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