Napoli-Roma non è mai una partita banale, spesso finisce con la vittoria esterna. L’ultima era stata 2-4 e lì sì capì che gli azzurri mai avrebbero vinto lo scudetto. Ieri sera, il pari azzurro allo scadere del tempo regolamentare, meritato, con Mertens.
La Roma sconfitta da Bologna e Spal, bloccata sul pari da Chievo e Atalanta, quasi passa ancora al San Paolo, ha il potenziale da secondo posto eppure magari resterà fuori dalla Champions. E’ troppo alterna, come in parte il Napoli. Che in avvio ha il solito Fabian Ruiz come primattore, con assist per Insigne e deviazione di Manolas. Al quarto d’ora la partita si spacca, Under centra da sinistra, El Shaarawy devia da pochi passi, palo e gol.
La squadra di Ancelotti tambureggia, Milik, Olsen respinge centralmente, Insigne è in fuorigioco. Ruiz per lo slovacco, il portiere di nuovo si oppone. Mario Rui per Milik, fuori. Ruiz, Callejon, chiusura di Manolas, sempre fra i migliori difensore della serie A. I giallorossi non sono passivi, filtrante di Under per Dzeko, Ospina esce e rallenta la corsa del bosniaco, Albiol sulla linea allontana di testa. Olsen è chiamato in causa spesso, non è un cattivo portiere. Prima dell’intervallo esce De Rossi, per Cristante.
E’ una bella serata di calcio, con Allan a festeggiare la prima convocazione con il Brasile, Mancini doveva insistere per chiamarlo per primo, ovvero promettergli il posto fisso. Hamsik raggiunge Bruscolotti con 511 partite in maglia campana, ha 32 anni e può raggiungere le 15 stagioni di fila, rare nel calcio moderno. Moderno è anche il gioco della Roma, con Eusebio convincente e Ancelotti non migliore di Sarri. La Juve non sbaglia mai, le altre tanto.
Nella ripresa, Dzeko cerca il rigore, trova l’ammonizione. Gli azzurri schiacciano la Roma all’angolo, 17-1 il computo. Quando Albiol crossa dalla sinistra, Callejon sorprende Kolarov e calcia da pochi passi, Olsen devia sul palo, l’impressione è che il Napoli non pareggerà mai. Entra Mertens per Milik, con assist non sfruttato da Insigne. I cambi cambiano il senso del match, la Roma si difende comunque alla grande, anche con Fazio per Manolas, zoppicante. Malcuit è bravino, Rui e Ruiz si dannano, pesano tanto le fatiche di coppa, ovvero il diverso dispendio di energie in Champions, tra Parigi e i cechi.
E’ una Roma che fa arrabbiare perchè ha un bel potenziale, manca da sempre la tenuta mentale sul lungo periodo. Il finale è di sofferenza, umile, con lo schermo di Nzonzi e l’abnegazione di Juan Jesus. Finchè arriva l’uno-due da manuale tra Zielinski e Insigne, cross, Callejon svirgola ma serve un assist fortuito a Mertens che sotto porta non sbaglia, raggiunge quota 95 gol nel Napoli, a uno da Careca e a 2 da Altafini. Il finale è napoletano, la Roma comunque regge, con il sacrificio di Santon e Lorenzo Pellegrini.
Il derby del centrosud è sempre combattuto, non è sfuggito alla regola, entrambe danno la caccia alla Juve e alle milanesi, Di Francesco solidifica la panchina, traballante un mese fa e anche dopo il rovescio dell’Olimpico. Ancelotti qua è felice, il presidente con lui è tranquillo ma pure troppo. Il turnover è giusto, vedremo a maggio se avrà centrato gli obiettivi realistici, ovvero secondo posto in campionato, magari la finale di coppa Italia e il quarto in Champions.
Napoli-Roma 1-1
Napoli (4-4-2): Ospina 6, Hysaj 5 (24′ st Malcuit 6), Albiol 5,5, Koulibaly 6, Mario Rui 5, Callejon 5,5, Allan 6,5, Hamsik 6 (30′ st Zielinski 6,5), Ruiz 6, Insigne 5, Milik 5. All.: Ancelotti. Roma (4-2-3-1): Olsen 6,5, Santon 6,5, Manolas 6,5 (30′ st Fazio 5,5), Juan Jesus 6, Kolarov 6,5, De Rossi 6 (42′ pt Cristante 5,5), Nzonzi 7, Under 6 (19′ st Florenzi 6), Lo.Pellegrini 6,5, El Shaarawy 6,5, Dzeko 6,5. All.: Di Francesco. Arbitro: Massa di Imperia 6.
GOL: 13′ El Shaarawy; 44′ st Mertens.
Note: ammoniti: Nzonzi e Manolas per gioco scorretto; Lorenzo Pellegrini per proteste; Dzeko e Olsen per comportamento non regolamentare. Angoli 17-3. Recupero: pt 1’, st 4′. Spettatori: 25 mila.
Vanni Zagnoli
Da “Il Gazzettino”