In una stagione buttati 102 anni di storia: dall’Europa League ai dilettanti. Il Parma si arrende ai debiti.

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Il Parma vincitrice dalla Coppa Uefa nel 1999

Soltanto il 18 maggio di un anno fa si festeggiava il ritorno in Europa League dopo dieci anni. Una data che qualcuno ricordava per la retrocessione in B di sei stagioni prima. Categoria alla quale il Parma nella stagione 2015-16 aveva diritto sul campo a partecipare. Ma così non è stato. Ieri alle 14 è stato dichiarato il fallimento della società dopo 102 anni gloriosi di storia e sarà dilettantismo. In un anno tutto è cambiato: dall’Europa League sul campo ad una probabile serie D. E non è nemmeno sicuro che venga disputata. Qualcuno dovrà cacciare un milione di euro a fondo perduto per garantire la ripartenza dalla massima categoria dilettantistica. Dal Parma dei record positivi al Parma dei record negativi sul campo nelle ultime due stagioni, caratterizzato dai problemi creati da Ghirardi e Leonardi, che hanno operato 700 trasferimenti tra acquisti, cessioni, comproprietà e prestiti, espandendo senza criterio debiti su debiti. Nessuno ha voluto accollarseli e ripianarli in questi ultimi giorni. Troppi da spalmare e da restituire. Ora resta la speranza di vedere il Parma il più presto possibile in A: unica serie dove tutti possono immaginarlo, non in un’altra. Specialmente se si tratta di D.

Biagio Bianculli

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