Atletica. In lacrime per Annarita Sidoti, eroina messinese di piccola taglia

L'indimenticabile marciatrice Annarita Sidoti
L’indimenticabile marciatrice Annarita Sidoti

Giornata particolare, oggi, di introspezione, per usare un termine caro a Salvatore Occhiuto.

Parlo al telefono con un caposervizio, alla fine dice: “Scusa, vado, perchè sai che è morta la Sidoti”.

No, non sapevo nulla. O meglio, lo ricordavo vagamente. L’outing, sulla malattia.

Sei anni sono passati. Non me n’ero occupato all’epoca, oggi ho proposto ricordi di marciatrici, di campionesse, a vuoto.

E allora qui non disturbo nessuno, addirittura avevo ipotizzato di raccogliere esclusive e di mandarle all’Ansa, oltrechè a siti internet.

Ma non importa.

Questo è un ricordo tutto mio. Spalato, ’90, o non ricordo bene. Con Antibo, esplose. Annarita. Non alta, come una signora legata a mia moglie. Me la ricordava.

Adoro i personaggi del Sud, le piccole grandi storie.

Avrei voluto conoscere Annarita, intervistarla.

Vorrei farla ricordare a Totò Antibo e a Ileana Salvador, amici di facebook, a tutta l’atletica.

La ricordo io. La marcia è una delle mie specialità preferite, in assoluto.

Non ho guardato siti, ho dato solo un’occhiata iniziale, alla malattia. Non la ricordavo. Sono in lacrime, ogni volta che se ne va una campionessa o comunque un atleta significativo.

Quello scricciolo, quella siciliana generosa, dalla marcia pulita.

Forse a Spalato c’era Riccardo Cucchi in telecronaca. Anzi, no, Marco Franzelli, mi corregge l’amico Salvatore Occhiuto.

Indimenticabile, Annarita. Grazie per le emozioni. Grazie all’atletica.

 

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