di Vanni Zagnoli
Il Syma center è bellissimo, con luci e colori fascinosi, con le camere di chiamata, i vari campi di gara. Budapest seduce, meno la scherma azzurra. Che chiude senza titoli nè finali individuali. Perchè oggi è andata male e in generale è il peggior mondiale della storia, a livello individuale. «Solo nell’87, a Losanna, raccogliemmo di meno, solo il bronzo di Federico Cervi, nel fioretto». Saliamo a interrogare il capufficio stampa della federazione, Giorgio Caruso, che a memoria snocciola e scrive. Fra il verde, il blu e il viola delle tribune, fra le bandiere mondiali e i miti come Carola Mangiarotti, unica figlia di Edoardo, c’è il flop magiaro, con il presidente Giorgio Scarso che naturalmente mantiene l’ottimismo.
Dunque, Andrea Cassarà perde male i quarti, è consolato dalla moglie e poco più in là c’è anche un’amica di lei. Il 35enne bresciano esce contro il campione del mondo 2017, il russo Dmitry Zherebchenko per 15-6, condizionato da un problema al tendine di Achille destro. Aveva passato il primo turno per forfait, dell’ungherese Matyas, doppiato il francese Pauty e regolato l’olimpionico di Rio 2016, Daniele Garozzo, per 15-10. Il quale siciliano domava il tedesco Sanita, lasciato a 10, e l’olandese Giacon (allenato dal veneto Andrea Borella), a 6. Sedicesimi fatali a Giorgio Avola, superato da un sudcoreano, per 5 stoccate, dopo le 4 rifilate al belga. Lascia esterrefatti l’uscita al primo assalto per l’iridato uscente Alessio Foconi, 15-9.
Al femminile, va ancora peggio, con la sciabola. Rossella Gregorio si arena agli ottavi, doppiata dalla magiara Marton, dopo avere superato a 10 l’azera e una cinese. Fuori ai sedicesimi Irene Vecchi: 15-10 alla venezuelana, perde a 7 dall’azera. Martina Criscio sembra in giornata, con il 15-12 alla bulgara, domina la greca Gkountoura, infortunata, s’inceppa alla ripresa dell’incontro e viene beffata. Che il movimento sia in sofferenza si capisce anche soltanto dalle numerose uscite nel turno preliminare, fatale a Sofia Ciaraglia.
A squadre, è stata una mattinata incerta. Mara Navarria, Rossella Fiamingo, Federica Isola e Alice Clerici passeggiano sulla Thailandia (45-28), non con la Germania, al minuto supplementare, stoccata della bella fidanzata del nuotatore Luca Dotto. Domani, sarà dura contro gli Usa, iridati in carica. Nella sciabola, Luca Curatoli (bronzo), Gigi Samele, Enrico Berrè e Aldo Montano brutalizzano la Cechia (a 14) e in parte l’Ucraina, a 32. Sono favoritissimi anche con la Georgia, domani.
C’è concentrazione, applicazione, per qualcuno anche distrazione (la testa degli atleti è alla gara a squadre che mette in palio i pass olimpici), però a un anno da Tokyo 2020 i 4 bronzi individuali sconcertano. Gianni Sperlinga, maestro catanese di Fiamingo, se la prende con il calcio («Certe cifre sono immorali, servirebbe il salary cap a 200mila euro, anche per i campioni»), però la scherma ondeggia paurosamente, rispetto alla tradizione. E osteggia Arianna Errigo: «Vorrei essere la prima a vincere una medaglia in due armi, la federazione non mi dissuaderà». Forse ha ragione Carola Mangiarotti, due quinti posti olimpici a squadre: «Papà ti avrebbe appoggiata».
Da “Ilmessaggero.it”, “Ilgazzettino.it”