di Vanni Zagnoli
Il Venezia e il Cittadella giocheranno la finale dei playoff, con in palio l’ultima promozione in Serie A e quindi con l’obiettivo di unirsi all’Empoli e alla Salernitana. Eliminati il Lecce che paga il rigore sbagliato da Mancosu e il Monza che vince solo 2-0 senza essere capace di rimontare il risultato della semifinale d’andata. Cittadella-Venezia si giocherà domenica alle 21,15, il ritorno giovedì 27 maggio alle 21,30.
LECCE-VENEZIA 1-1
Passa, dunque, il Venezia, in finale dei playoff di serie B grazie al rigore sbagliato da Mancosu, ma il Lecce fra andata e ritorno ha costruito qualcosa di più. Cioè quasi nulla al Penzo, parecchio stasera, compresa una traversa.
Coda ha un’occasione all’inizio, sempre dalla sinistra si fa vivo Henderson, lo scozzese crossa, per poco non arriva Pettinari. Il Lecce inizia a spingere, anche con Maggio, classe 1982, vicentino di Montecchio Maggiore, il suo sinistro è deviato da Maleh, esce di poco, voleva il rigore, Irrati vede bene.
E’ un attimo, il Venezia riguadagna metri, rallenta il ritmo con Molinaro, classe 1983, due stagioni da titolare nella Juve, dal 2007 al 2009. Paolo Zanetti tiene la difesa alta, come all’andata limita i rifornimenti per Coda, che calcia, ma da posizione defilata. Nikolov ha una buona chance, su errore di Maleh, tira in maniera timida. I salentini costringono sulla difensiva i trequartisti arancioneroverdi, Di Mariano, Aramu, lo stesso Maleh, Irrati consente qualche ruvidità di troppo ai padroni di casa, senza ammonire. Si va a ondate, il tiro di Henderson è deviato da Svoboda, Maenpaa disturbato dal vento respinge contro Molinaro, la palla carambola sulla traversa. Pettinari si gira al limite, il destro secco va oltre il secondo palo, il Lecce meriterebbe il vantaggio, le controffensive veneziane sono timide e anche l’uscita dalla trequarti è complicata, sul pressing. Una parata deve compierla comunque, Gabriel, su azione d’angolo di Taugourdeau, Maggio sembra anticipare Svoboda, invece è il contrario e al Var arriva il rigore. Il portiere Gabriel va a prendere un foglietto in spogliatoio, con cui ha studiato i rigoristi del Venezia, intanto arrivano insulti all’arbitro, anche dal presidente Sticchi Damiani, in tribuna. Il portiere danza sulla linea, eppure Aramu è perfetto. La reazione dei giallorossi è veemente, nel recupero, Coda saetta con il sinistro, Maenpaa non si fa piegare le mani.
Corini leva il deludente Nikolov per Mancosu, che stranamente aveva fatto iniziare dalla panchina, la pressione porta al pari al 20’, cross dalla sinistra di Coda, Dermaku gira di testa, Maenpaa respinge, arriva Lucioni che di prima centra per Pettinari e il tocco ravvicinato è facile. Dai e dai, arriva il rigore che può portare il Lecce in finale, tocco di mano di Maleh su conclusione di Maggio, Mancosu manda altissimo. Sale la tensione, Tachtsidis perde i sensi dopo uno scontro con Bocalon, entrano i sanitari e si riprende. La linea Maginot del Venezia resiste, allo scadere l’espulsione di Delgado, del Lecce, per Henderson.
Classe 1982, Paolo Zanetti ha imparato a difendersi, ad Ascoli la scorsa stagione aveva iniziato alla grande, la proprietà non ha pazienzato, diversamente magari avrebbe avvicinato l’impresa di stasera. Il Venezia aveva perso a Salerno l’opportunità di battersi per la serie A diretta, come cifra di gioco era stata complessivamente seconda solo all’Empoli. Il Lecce era la favorita per il secondo posto, sino a un mese fa, Eugenio Corini è stato troppo attendista, all’andata. Senza il Var, il rigore dello 0-1 non sarebbe stato concesso, Maresca ha giustamente richiamato Irrati a rivedere il contatto, il Lecce si appellerà al fatto che il non rigore non sarebbe stato un errore ed evidente. Comunque, in finale vanno i veneziani, domenica gara1.
MONZA-CITTADELLA 2-0
Monza-Cittadella va più o meno come Lecce-Venezia. Chi ha vinto all’andata tiene botta il più possibile, ondeggia nel finale ma porta a casa la qualificazione, dunque passano entrambe le squadre che avevano lo svantaggio del ritorno fuori casa, sarebbero uscite se il computo dei 180’ fosse stato di parità.
Il 3-0 di Cittadella era quasi irrecuperabile, il Monza ci va vicino, forse meriterebbe pure il passaggio del turno, ha la seconda rosa più costosa, rispetto alla più economica, anche solo per questo l’impresa dei patavini è di rilievo. Domenica giocheranno al Tombolato, alle 21,15, il ritorno sarà giovedì 27 allo stadio Penzo, alle 21,30, e il Venezia è favorito di un’unghia.
Brocchi sceglie Balotelli, l’ex azzurro non dispiace, controllo e conclusione da posizione complicata, punizione fuori di poco. Molto più centrata la battuta di Enrico Baldini, l’eroe di lunedì sera impegna Di Gregorio in angolo. Boateng crossa da destra, Perticone svirgola a centro area, rischiando l’autorete.
L’avvio di ripresa offre due squilli del Cittadella, di Tsadjout (devia Bellusci) e di Baldini (para Di Gregorio). Al 12’ il primo gol, Carlos Augusto folleggia a sinistra, contro Ghiringhelli, Balotelli anticipa Frare e infila. In maglia gialla, i granata si schiacciano dietro, neanche sono abituati a farlo. D’Alessandro parte da sinistra, si accentra e trova l’angolino, splendido. Lì il Cittadella dà l’idea di cadere ancora, concede subito un angolo, poi un tocco con la mano di Frare, concede un controllo a seguire a D’Errico. Il Monza è insidioso con i traversoni, comunque Kastrati non deve compiere salvataggi.
Roberto Venturato non sorride, nel dopo partita: “Sappiamo fare meglio”. Sembra tanto Pasquale Marino, bravi ma introversi, a differenza di Brocchi. “E’ mancato un pizzico di fortuna all’andata e al ritorno – spiega il tecnico del Monza -, fra regular season e playoff paghiamo situazioni incredibili. Resta un buon percorso, abbiamo chiuso il campionato con valori importanti, siamo stati la miglior difesa, come in serie C. E’ stato un buonissimo lavoro, non concluso nella maniera migliore”.
La faccia di Frattesi è emblematica, l’azzurrino viene da una super stagione, all’andata ha sbagliato occasioni, nel ritorno non incide come dovrebbe. In realtà il Monza avrebbe dovuto centrare il doppio salto, raggiungere la prima serie A della sua storia. Ci proverà il Cittadella, due anni dopo l’unica finale.
Da “Ilmessaggero.it”