di Vanni Zagnoli
REGGIO EMILIA – E’ al Mapei che il Sassuolo non è da Europa league. Ha vinto appena 6 volte, neanche riesce a battere la Sampdoria, in 10 per oltre due terzi di gara. Berardi sbaglia il rigore a 3’ dalla fine, esattamente come con la Roma, quando sarebbe valso l’1-1, stavolta se lo fa parare ma aveva calciato troppo debolmente. Un girone dopo, è cambiata la storia, fra neroverdi e liguri.
A Marassi la Samp toccò il fondo, sotto per 0-3 (finì 1-3), con Montella che da un mese era subentrato a Zenga e impattò malissimo. In tribuna stampa ci sono due collaboratori di Montella, l’ex capocannoniere della serie B Nicola Caccia, adesso dai capelli rasati, e il match analyzer Simone Montanaro. L’ex bomber segue con grande trasporto soprattutto le azioni di Muriel sulla sinistra, talvolta bravo a liberarsi, non altrettanto preciso al cross. Montella, Caccia e Di Francesco hanno persino un business in comune, un negozio di abbigliamento a Empoli, dove sono stati protagonisti tutti e 3, sempre con la presidenza Corsi. Soriano a centrocampo è in serata ma ma non fa sempre la scelta giusta. De Silvestri impegna da fuori Consigli. L’arbitro Mariani dapprima lascia proseguire per il calcio di Ranocchia su Defrel che gli aveva rubato il tempo, con un controllo a seguire. L’attaccante emiliano è stato colpito al volto, l’ammonizione è inevitabile, è la 2^ e dunque il Sassuolo resta con l’uomo in più. Per il difensore centrale errori del genere erano rituali anche all’Inter, difficilmente Conte lo porterà all’Europeo, comunque non può essere titolare. Barreto arretra a fare il centrale ma rischia subito l’autorete, Defrel esce e Di Francesco ridà una chance a Trotta, dirompente in serie B e nell’under 21 ma non qua. Si fa male anche Biondini, mentre Cannavaro paga con l’ammonizione un intervento irruento su Dodò, in cui aveva preso anche la palla. La Sampdoria va in sofferenza, con Diakitè a proteggere su Cannavaro e l’intervento di Viviano su Peluso. Mariani ammonisce per simulazione Sansone in maniera assurda, perchè aveva cercato di restare in piedi. In tribuna c’è molto del Parma neopromosso in Lega Pro e poi intrecciano rapporti gli osservatori di Juve (Roberto Bosco) e Conte (Mauro Sandreani), l’ex ds della Juve Alessio Secco e il procuratore di Eto’o Vigorelli, in causa con la Sampdoria.
Alla ripresa, Muriel perde regolarmente palla, per la disperazione di Caccia e nonostante il sovrappeso provoca l’unico pericolo per Consigli. Trotta, invece, con l’esterno sinistro trova pronto Viviano. De Silvestri salva su Peluso e neanche Trotta sa metterla dentro. Entra Kristicic, che anni fa battè un tumore, per Soriano, a innervare il centrocampo. E’ un assedio, si diceva una volta e il portiere arriva anche sul destro di Magnanelli, che poi rimedia a un errore fermando il contropiede di Muriel. L’argine doriano è spesso a 5, resiste, Emiliano Viviano sulla linea trattiene il colpo di testa di Acerbi. Il tikitaka sassolese porta al tiro anche Pellegrini, spesso in posizione di trequartista, ma il gol non arriva. Neanche quando il 20enne romano esce per Falcinelli. Intanto Montella aveva inserito Quagliarella per Muriel.
Che per la Sampdoria non sia una buona annata è sintetizzato dal destro altissimo di Fernando su punizione. Una chance è sul destro di Sansone, Viviano si allunga anche su questa. A 3’ dalla fine Kristicic sgambetta in area Berardi, Viviano respinge il tiro dal dischetto e Dodò libera. Il calabrese sporca così la percentuale sui tiri dagli 11 metri in serie A, con il terzo errore in 18 esecuzioni. Il presidente doriano Ferrero festeggia picchiando sulla spalla dell’ad sassolese Carnevali. La Sampdoria raggiunge quota 37, a +6 sul Carpi, in campo domani a San Siro con il Milan. Per la salvezza è quasi fatta, per lo spettacolo no. Zenga stava facendo meglio di Montella e non meritava l’esonero. Magari neanche meritava la chiamata estiva, ma questo è un altro discorso. Il Sassuolo è la solita incompiuta, manca sempre un centravanti di livello europeo, per raggiungere il 6° posto. Rischia di perdere posizioni, con un punto in 3 gare.