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di Vanni Zagnoli
Uno dei tanti derby d’Emilia segue il canovaccio abituale, il Sassuolo attacca, il Parma aspetta lo spiraglio giusto. Verso Natale di due anni e mezzo fa, al Mapei la squadra di Roberto D’Aversa, appena subentrato, si aggiudicò il derby più sentito, con la Reggiana, e prese l’abbrivio per arrivare secondo dietro al Venezia e per vincere i playoff di serie C, con questo punto tiene l’Empoli a -7, dovrebbe bastare per non correre rischi. Allora la curva era zeppa di gialloblù, oggi è semivuota, complice la pioggia.
Al 4’ i neroverdi sono già avanti. Cross dalla sinistra, respinta, Ferrari calcia e Matri colpisce, è in fuorigioco, confermato dal Var. All’andata finì 2-1 e il Parma accarezzava l’Europa league, altro che salvezza, ma pure la squadra di De Zerbi sembrava proiettata nella parte sinistra della classifica, fu una delle peggiori prestazioni per i mapeisti, che iniziavano a scricchiolare.
Il piccolo show sassolino prosegue con il destro di Boga e la girata di Berardi respinte da Sepe, un colpo di testa di Bourabia è alto. Boga ha una vivacità da Champions league, ormai da un girone, piazza il destro, palo. Barillà va giù in area, toccato da Bourabia, è il classico rigore da Var, l’arbitro romagnolo lo concede, richiamato a vedere l’immagine, passano 3’ e Ceravolo se lo fa respingere da Consigli.
Il 4-3-1-2 di D’Aversa tiene discretamente, Kucka dietro le punte non si vede tanto e anche alla ripresa è Sepe a negare la rete a Peluso, su palla filtrante da sinistra. L’ingresso di Gervinho per Siligardi serve solo a spaventare la difesa modenese. Matri si lascia cadere e viene ammonito, la difesa crociata in genere è più attenta, il portiere respinge il tiro cross di Bourabia e anche la conclusione di Berardi, che nel primo anno di serie A fu espulso, in questo derby, e avviò all’esonero Malesani e al richiamo di Eusebio di Francesco. Entra Sensi, nel Sassuolo spesso in panchina eppure potenziale titolare azzurro e insidioso da fuori. Il centrale Ferrari, parmigiano, ha un’altra chance, esce. Le ripartenze parmigiane sono frenetiche, frustrate da fuorigioco o imprecisione, di sicuro non apprezza Arrigo Sacchi, in tribuna con Francesco Palmieri, fra tanti ex tecnici giovanili crociati passati in riva al fiume Secchia dopo il fallimento. Un’azione sassolese è infinita, la girata di Matri troppo debole: con un centravanti vero (Babacar entra nell’ultimo quarto d’ora, ha sprecato molte chances), la squadra costruita dal ds Giovanni Rossi sarebbe probabilmente dov’è il Torino; spesso arriva Locatelli, a fare la seconda punta, slalomeggia anche bene salvo perdersi sul fondo. Il finale è aperto, con la difesa di casa mai saldissima e D’Aversa a inserire il centrale Bastoni per chiudere a 5, giusto per evitare rischi, al posto di Ceravolo, con Ciciretti dominante in B, dalla promozione con il Benevento, ma timido in A.
D’Aversa sorride, ha ottenuto il punto che voleva, come con il Torino. Dopo la sconfitta di Frosinone ebbe un confronto dialetticamente aspro, con i Boys, assieme ad alcuni dirigenti, da debuttante in A può essere appagato.
Da “Ilmessaggero.it”