di Vanni Zagnoli
Sarà la Nations league, sarà il covid, sarà che la Mapei è proprietaria del Sassuolo e dunque sarà per questo che la città del primo tricolore si scalda solo per la Reggiana, neopromossa in serie B, dopo 21 anni.
Dunque, l’Italia è a Reggio Emilia, dal primo pomeriggio di ieri, assieme alla Polonia, fra il disinteresse dei reggiani. Ci siamo appostati, senza accredito, fuori dallo stadio comprato dalla famiglia Squinzi. “E’ stato determinante il mio ruolo – ci raccontava Laura, la sorella minore del patron Giorgio, scomparso un anno fa -, nel prenderlo all’asta. Da legale, ho fatto compiere ogni passo per non sbagliare”.
La domenica mattina sarà proprio santificata per il re della Mapei, a Giorgio Squinzi sarà intitolato il centro sportivo di Sassuolo e alla moglie Adriana Spazzoli, scomparsa pochi mesi dopo il patron, la strada che porta al campo.
Ci sarà il presidente federale Gravina, con i tre azzurri neroverdi, Berardi, Locatelli e Gianmarco Ferrari, parmigiano, mentre Caputo ha dovuto rinunciare alla convocazione.
Sarà la parata del mondo Mapei, dell’idea Mapei, del mondo Mastergroup, ovvero il marketing dell’ad sassolese Giovanni Carnevali. Anzi, lo sarà così tanto perchè il covid fa centellinare le presenze degli ospiti e anche dei media.
All’esterno dello stadio, dunque, dalle 18, abbiamo notato un vecchio ex ultras della Reggiana, in bicicletta, il parente di un dirigente del settore giovanile granata e forse un paio di tifosi.
Idem all’albergo, il Best Western, in direzione Modena, dove la nazionale è giunta dopo l’allenamento. “Ma prima, all’arrivo qui – sottolinea l’addetto alla sicurezza dell’Italia – qualche tifoso c’era, nel pomeriggio”.
Pochi, di sicuro. Mentre la Polonia è altrove.
Resta la sensazione di un covid che ha portato via tanto, alla vita anche qui, in uno dei posti più vivibili d’Italia, dalle 22 non si può più circolare, ok, ma neanche prima ci sono le file di sponsor, di personaggi, di tifosi e tifose, di bambini. I bambini, mancano.
La nazionale piace, il covid ha cambiato la quotidianità, il weekend, anche degli emiliani.
Resta, invece, molto attento il servizio di sicurezza, la preghiera è di non riprendere i membri dello staff neppure dalla strada dell’hotel.
I polacchi, dunque. Il ct è Così Jerzy Brzeczek, sconosciuto, al grande pubblico.
“L’Italia – racconta – ha un potenziale enorme. In casa è pericolosa, anche in assenza di pochi giocatori. Auguro a tutti i loro assenti una pronta guarigione”.
I rossi avranno un portiere noto, Wojciech Szczesny, della Juve.
“Annunceremo il resto della squadra, prima della partita. Non aspettiamo un miracolo nel match di domani, non ne abbiamo bisogno. Siamo arrivati alla fase finale di Euro 2020 e abbiamo i nostri obiettivi”.
In campo, allora, il 4-3-1-2, con il doriano Bereszynski a destra, Glik (Benevento) e Bednarek al centro, Reca (Atalanta) a sinistra. Centrocampo con Zielinski (Napoli), Goralski e Linetty (Sampdoria), trequartista Krychowiak dietro a Lewandowski, pallone d’oro virtuale con il Bayern Monaco vincitutto, e il napoletano Milik. In panchina
Skorupski, acrobatico portiere del Bologna e l’ex Milan Pjatek.
E’ una Polonia mai così italiana, insomma.
Da “Ilmessaggero.it”