di Vanni Zagnoli
E biscotto è stato, tacito, intelligente, partita vera ma niente gol e allora è festa per i 12mila romeni che allo stadio Dino Manuzzi mettono i brividi. I gialli sono in semifinale, con la Francia, come la Spagna e la Germania. Viene in mente la Romania di Mircea Lucescu, agli Europei dell’84, al posto dell’Italia, cenerentola ma orgogliosa.
Che serata per un’etnia che in Italia è irrisa, il discorso rischia di essere razzistico, è un attimo, ma tanti immigrati sono dediti al malaffare, milioni di belle, nel mondo, alla prostituzione.
Ecco, è stata la loro festa, impressionante, dannata, per l’Italia, con la curva a sinistra vuota e il resto gialloblù, con il figlio di Hagi a trascinare e a traccheggiare e l’uscita del portiere francese nel finale a evitare il gol che avrebbe eliminato la Francia e qualificato gli azzurri. C’è il figlio di Thuram, in campo, fra due soli giocatori bianchi, di movimento, altro discorso che rischia di sfociare sempre nel razzismo. La multietnicità è transalpina, si avverte la voglia di arrivare in fondo, anche fra i giovani, come per i due mondiali e l’Europeo vinto, ma due manifestazioni su tre a livello assoluto erano state ospitate, dalla Francia.
Gli azzurrini sono in albergo, a Zola Pedrosa, speravano in una sportività superiore, in una vera voglia di battersi, non come il 2-2 fra Svezia e Danimarca, a Euro 2004. I biscotti fanno parte della storia dello sport, è vietato scandalizzarci, avviene in ogni sport e soprattutto nel pallone
Esulta il figlio di Hagi, dunque, che nella Fiorentina non ha trovato spazio, sembra il papà, ma Georghe era ovviamente un’altra cosa, non solo a Brescia. E’ la sera dei gialli, eliminati dall’Italia a Euro 2000, in Belgio e Olanda, e ora eliminanti dell’Italia.
Il finale è movimentato solo dai cambi e dal tifo e dalla parata di Bernardoni, mentre il portiere del Genoa Radu neanche si sporca i guanti. Gli applausi sono per Puscas, centravanti ex Inter e Sassuolo, Novara e Palermo, e per il tecnico Radoi. E’ il punto più alto di una nazionale romena, è il riscatto di un popolo, di gente anche per bene, che cerca il riscatto anche in Germania. “Oh Rumenia, oh Rumenia”, cantano nel settore distinti, è una nenia leggera, come i brani della Pasqua ortodossa. In tribuna per la tv francese c’è Daniel Bravo, compagno di Thuram padre, nel Parma. Emozioni. Grazie alla Romania, che meritava di vincere. Finisce con la ola di messicana memoria. In tribuna c’è anche Davor Jozic, libero del Cesena dall’87 da allora sempre in Romagna.
E’ festa romena, come solo nell’86, con la Steaua di Bucarest sul tetto d’Europa. E’ festa in tribuna, è gioia per un’etnia. Le semifinali saranno a Bologna e a Reggio, niente Italia, che resta la più vincente della storia. La Romagna chiude qui, la finale sarà a Udine.
Nell’altro match, 3 a 3 fra l’Inghilterra e la Croazia, a Serravalle, di San Marino, Francia e Romania passano con 7 punti. Succede. Suonano “Questo è l’ombelico del mondo”, come quando al Manuzzi c’era la serie A, adesso sarà solo C, per questo per Cesena sono state 3 serate speciali.
Le semifinali si giocheranno giovedì 27 giugno: Germania-Romania a Bologna (ore 18), Spagna-Francia a Reggio Emilia (ore 21).
Da “Il Messaggero.it”, “Leggo.it”