di Vanni Zagnoli
Quei 33-34 milioni spesi dalla Spal per questa stagione hanno fruttato la salvezza. A gennaio, ci confidava la cifra Simone Colombarini, il figlio del patron Francesco, 72 anni. “Il bilancio è pubblico”. Si riferisce al mercato, al monte stipendi, a tutte le spese, inedite per questa piazza.
Il più è stato fatto, ovvero il passaggio dalla serie C2, in cui la famiglia del marchio Vetroresina ebbe anche la Giacomense, alla salvezza in A. Ma il difficile viene ora, poichè il secondo anno è stato spesso fatale, alle debuttanti. Da un quarto di secolo, fra le esordienti in A sono retrocesse il Piacenza (non meritava), la Salernitana (all’ultima giornata, a Piacenza, ma visse la serie A negli anni ‘40) e il Carpi, le altre ce l’hanno fatta più o meno tutte. Ripetersi è complicato, per la verità un po’ meno con le tre retrocessioni. Comunque Leonardo Semplici sarà il nocchiero per la 5^ stagione di fila, subentrò nel dicembre del 2014, in C. Assieme ad Allegri, è il più longevo della serie A, e perde la sfida per appena 6 mesi.
“Non ha dettato alcuna condizione – precisano il presidente Walter Mattioli e il ds Davide Vagnati, grande artefice di queste stagioni auree -, neanche sul mercato. Ha solo voluto precisare qualcosa sui rapporti con noi. Gli abbiamo proposto il prolungamento del contratto sino al 2020, va trovato l’accordo economico. Non resta per mancanza di richieste”.
Il tecnico toscano è un pragmatico, alla Castori. Aveva iniziato bene, ha resistito a una lunga crisi, meritando la salvezza nell’ultimo terzo di campionato, a parte un paio di cadute. La Spal ha pochi stranieri e grande attenzione difensiva, era stata costruita attorno a Borriello, alla stagione più negativa della carriera. “Trattiamo la rescissione”, conferma Vagnati. Che cambierà il meno possibile. “Vorremmo riscattare Bonazzoli, Viviani e Grassi. Gomis, Salomon, Kurtic e Paloschi sono già di nostra proprietà”. Lo sloveno e l’attaccante non hanno sempre entusiasmato. Al contrario di Lazzari partito dalla C2. “Se non va in un topclub – precisa Mattioli, presidente nonostante appena il 10% delle quote -, tanto vale che resti a Ferrara. Le richieste ci sono, deve valerne la pena sul piano economico”.
Piacciono Valdifiori e Romulo. “L’obiettivo resta la salvezza, magari meno sofferta, ma niente di più”, spiega Vagnati, genovese, 40 anni, ex Giacomense, come calciatore.
La città degli Este si è salvata in A dopo 51 anni, proverà a diventare la leader in Emilia Romagna, nella regione più presente in serie A, con 4 rappresentanti. In fondo è arrivata a un punto dal Bologna, salvo però virtualmente già a marzo, e a lungo è stata in scia al Sassuolo. E’ risalito il Parma, sicuramente più ambizioso.
Lo stadio Paolo Mazza sarà ampliato, la società è serissima e attrezzata. Punta al ciclo proprio dei neroverdi marchiati Mapei, alla 5^ salvezza di fila, in A, solo la prima e l’ultima sono state sofferte. Questa provincia emiliana è appassionatissima, raccoglie tifosi dal Rodigino, dalla Romagna, ha tifosi illustri come i politici Sgarbi e Franceschini, la giornalista Daria Bignardi e grandi ex come Ruben Buriani. E una proprietà solida, degna di Paolo Mazza, al vertice dal ’46 al ’77, e non di Donigaglia e Butelli, che avviarono la Spal ai due fallimenti.
Da “Ilmessaggero.it”