L’1-1 del Braglia è utile al Palermo, che mantiene i 6 punti di margine sulla terz’ultima, il Carpi. Gli emiliani restano la più in forma fra chi lotta per la salvezza eppure sono ancora sott’acqua. I rosanero meritano il pari, erano passato in vantaggio, mostrano valori non da serie B, confermati dalla gestione Guillerme Barros Schelotto. In tribuna c’è anche Mijatovic, neo consulente del presidente Zamparini, al Real Madrid segnò alla Juve, sfilandole una finale di Champions.
“Chi non salta è catanese”, urlano i 300 in curva rosanero, reggendo il passo con il tifo degli emiliani e insultando chissà perchè Lasagna, eroe di San Siro. L’avvio è caratterizzato dagli uno contro uno di Totò Di Gaudio, palermitano del Carpi, che non spacca la partita, a differenza dello spunto premiato con il rigore con la Sampdoria. In particolare è l’ex Struna a contenerlo. Il ritmo del Palermo è lento, le ripartenze modenesi arrivano con Mbakogu (che però dovrebbe anticipare i movimenti, per essere più pericoloso), Lollo e Zaccardo pungono da fuori. A metà primo tempo arriva il 6° gol stagionale di Gilardino, primo in trasferta. Quaison dalla trequarti libera a destra Hiljemark, sullo svedese non chiude Poli, debuttante, rientrato dal Novara, la palla arriva all’ex centravanti azzurro che si libera di Simone Romagnoli e infila la 184^ rete in A. Il Mudo Vasquez è sempre utile, fa diventare il teorico 4-3-3 di Schelotto un 4-3-1-2, piazzandosi alle spalle di Gilardino e Quaison.
Lo svedese manda sul fondo di testa, servito da Struna, che sulla destra costituisce un duo di biondi efficace non solo sul piano cromatico. La cerniera siciliana di centrocampo convince, con il croato Jajalo continuo nell’alimentare il bulgaro Chochev. Con il duo Tedesco (al debutto in panchina)-Schelotto migliora il possesso palla del Palermo, mai sconfitto nelle 10 volte in cui è passato in vantaggio. Il Carpi, dal canto suo, ha subito la 22^ rete nei primi tempi, prima dell’intervallo è la squadra più vulnerabile del campionato. Nella seconda frazione, con Lasagna per Cofie, la formazione di Castori è più pericolosa, serve un’uscita di Sorrentino.
Entra anche Mancosu, per Mbakogu, passato pure da Palermo, nella crescita. Sarà Matteo Mancosu a procurarsi il rigore del pari, sgambettato di Goldaniga. Rizzoli aspetta un attimo, si consulta con i collaboratori e lo concede. L’attaccante era stato capocannoniere in B con il Trapani, a Bologna era comprimario, segnò solo contro la Lazio, all’Olimpico, un girone fa. Nel frattempo il Palermo era passato al 4-4-1-1, con un atteggiamento troppo passivo, con l’ingresso di Cristante per Gilardino. E anche di Trajkovski, sul quale Belec evita l’1-2, con i piedi. Per una decina di minuti il Carpi spinge, il Palermo però mantiene il pari e anzi caratterizza il finale, con il colpo di testa fuori di Cristante, rientrato con personalità dal biennio al Benfica, e con l’assolo di Vasquez, il più talentuoso. L’ultima chance è per Di Gaudio, chiuso al tiro da Gonzalez, serviva però il passaggio a Lasagna. Quando deve vincere per forza, attaccare, il gioco di Castori conferma limiti. E poi è anche un fatto di qualità, il Palermo ha più classe individuale.