di Vanni Zagnoli
Il Verona è ancora lì, a tre punti dal Milan, dal settimo posto, ma a 96’20” concede il 3-3 al Sassuolo, dopo due gol di vantaggio. I neroverdi scivolano a 8 punti dall’Europa league, salgono però a +9 sul Lecce, ormai sono salvi. Pari meritato, occasioni alla mano il Sassuolo è stato superiore, nel recupero ripete il 3-3 di Milano.
Qui sembra di essere tornati indietro di un anno, all’inizio degli Europei under 21, per la temperatura. L’illuminazione è attiva da prima del via, anche se non ce n’è alcun bisogno. Reggio è lo stadio dove lo stacco fra con o senza pubblico si avverte di meno, dal momento che Sassuolo è la realtà più piccola della serie A, con i suoi 40mila abitanti, e non ha una molteplicità di tifosi caldi. La colonna sonora è sparata come sempre da radio Bruno, il campo viene bagnato sino a pochi minuti prima del via, come fossimo in Spagna. Si riaffaccia in tribuna stampa un prete sposato, notato anni fa anche al basket, con la moglie.
L’abbraccio fra Juric e De Zerbi è sentito, hanno un’idea di calcio simile e arriverà anche allo scadere, nonostante i due punti persi dal croato: il tecnico di casa ha appena prolungato, per la prossima stagione, con la promessa che gli cambieranno meno titolari. Gioca Haraslin per Boga, non al meglio, dopo lo stop, Il Verona attacca da sinistra, per due volte è insidioso, in particolare con Lazovic, chiuso da Magnani, sull’assist per Stepinski. I gialloblù pressano altissimi, sulla rimessa in gioco dal fondo in tre sono sulla linea dell’area modenese.
Il ritmo scende, Juric lo ravviva dettando i movimenti azione per azione. Amrabat si piazza davanti alla difesa a 3, l’uomo mercato Kumbulla si fa notare per un fallo su Caputo, punito con l’ammonizione. La cerniera difensiva veronese è persino a 6, in qualche momento, comunque tiene lontano il Sassuolo. Lo slovacco Harazlin disegna un bello spunto, a sinistra, i neroverdi vivono il momento migliore verso il 20’, con Bourabia a chiamare le posizioni. Zaccagni è stato uno degli uomini promozione del Verona di Grosso e poi di Aglietti, promulga il cartellino giallo a Magnani, autore del 3-3 a Milano, dopo essere stato fatto cedere da Zerbi per una battuta che non gli era piaciuta: a Brescia, all’andata, il difensore centrale si scusò e così venne ripreso a gennaio.
Il cooling break arriva al 27’, il cronometro dello stadio si ferma proprio. Amrabat si conferma molto vitale, procurandosi una buona punizione, sciupata da Veloso: testa rasata e barba da duro, era nelle giovanili dell’Olanda, dai 17 anni gioca nel Marocco, è una delle tante scommesse vinte da Tony D’Amico, l’erede di Filippo Fusco, passato alla Juve under 23: il ds è in panchina, per stare più vicino ai gialloblù.
Berardi non trova il ritmo per spezzare il match, Defrel si muove alle spalle di Caputo, nel 4-2-3-1 di De Zerbi. I duelli sono chiari, sul campo, con le distanze proprio rispettate, è come se le distanze sociali diventassero anche tattiche.
Anche all’intervallo riprendono i getti d’acqua, a metà campo alternate, in tribuna c’è il presidente Maurizio Setti, affermatosi come imprenditore qua vicino, a Carpi. Alla ripresa tre cambi, esce il ricercatissimo Kumbulla, entra la stella Mapei, Boga, a vivacizzare il match.
Il vantaggio Hellas è su azione di Stepinski, al limite serve Lazovic che la mette all’incrocio. Il pari è immediato, Caputo gioca palla sulla trequarti, la deviazione favorisce l’assist di Defrel, che libera in angolo Boga, l’ex Adjapong conferma di non essere così difensivo e il francoivoriano ha lo spazio per piazzarla. All’improvviso, ogni azione è un gol. Muldur si fa saltare dal suggerimento di Zaccagni, Lazovic neanche arriva sul fondo e libera Stepinski per l’1-2.
La gara si inasprisce, proprio Stepinski viene sostituito da Pazzini, classe ’84, che non riuscirà a far salire il Verona. Boga prova a capovolgerla da solo, gli manca giusto l’ultimo appoggio. La prima parata della serata di Marco Silvestri, reggiano di Castelnovo Monti, è a metà ripresa, sull’assolo di Muldur. Juric si fa ammonire per proteste: “No, non è fallo”, gli urla l’arbitro Giua. Il Sassuolo attacca, di nuovo però combina un pastrocchio: rinvio di Silvestri, Peluso centra Magnani, nel rinvio, la palla finisce con il liberare Pessina, che non può sbagliare. Non è finita perchèBoga si conferma da topclub, il suo destro a uscire vale il 2-3. E’ come se la mancanza di pubblico allentasse le retroguardie.
Berardi tenta di pareggiare di destro, poi in bella combinazione palla a terra, Silvestri si conferma portiere da nazionale, anche sul destro di Obiang. Adjapong chiude su Caputo, Locatelli di testa manda fuori. Rogerio cattura il pari al 97’, azione personale dalla propria metà campo, Badu si era fatto male, lo lascia tirare, il destro fa palo e gol. Il Verona la prende bene, in fondo ha 10 gare per recuperare una vittoria al Milan. Le riserve del Sassuolo restano sul campo per il defatigante.
Da “Ilmessaggero.it”, “Ilmattino.it”