di Vanni Zagnoli
Il Parma meriterebbe persino di vincere, attacca di più, insegue l’Europa, il rinvio di un’ora e un quarto e la mancanza del pubblico finiscono per favorire chi si difende, ovvero la Spal. Che passa su rigore dubbio per 1-0 e può recuperare qualcosa sulla zona salvezza, per Luigi Di Biagio sono i primi punti, dopo due sconfitte. Resta durissima per Ferrara, alla terza stagione in A di fila ha teoricamente la squadra più forte da mezzo secolo a questa parte, invece dall’inizio è quasi sempre rimasta in zona retrocessione. Il Parma, invece, è specialista in partenze lanciate e quest’anno regge, a differenza della scorsa annata, prova a restare in corsa per il settimo posto sino alla fine. Gioca meglio del solito, quando però deve recuperare emergono i limiti del gioco di Roberto D’Aversa, che con la Spal perde sempre, è alla 4^ sconfitta in altrettanti confronti, questo è stato il più equilibrato.
Il primo squillo è di Gagliolo, che disputerà gli Europei con la Svezia, da sinistra, diagonale fuori di poco. Gli affondi migliori sono di Darmian a destra (cross, Petagna si oppone, al centro), e di Kulusevski, fermato fallosamente dal rientrante Fares. Di Biagio sembra Semplici, deve contenere, la pressione si allenta prima dell’intervallo, con un primo tentativo di Valoti, che anni fa segnò un gol al Parma, al Verona. L’ex Kurtic non brilla, al pari di Grassi, Gervinho non ha mai spiragli in velocità.
Alla ripresa di nuovo Valoti è insidioso, dalla parte di Iacoponi, alla 66^ partita in serie A di fila. Il duello si ripete, il difensore alza la gamba in area, Pairetto dapprima fischia il fallo di mano di Valoti, poi si va al Var, D’Aversa è in tribuna, squalificato, con accanto il club manager Alessandro Lucarelli, che consulta sullo smartphone la diretta Dazn. Da valutare c’è anche il fuorigioco, si resta in attesa, in silenzio. “Se non è offside è rigore”, dicono dalla panchina estense. La mancanza del pubblico rende il tutto più rispettoso, quando parte Pairetto si fa dare palla, opta per il tacco del centrocampista della Spal, in fuorigioco. Gervinho ha la chance in area piccola, tocca fuori, è l’occasione che può risolvere la partita. Un attimo più tardi Petagna di testa da ottima posizione mette alto. Il match è zeppo di episodi, Bruno Alves tocca Valoti in area, Pairetto fischia il rigore, il contatto è in dubbio: “Lo sai anche tu – dice al portoghese -, l’hai preso”. “Vallo a vedere”, la replica crociata. L’arbitro va, controlla che non ci sia il tocco di mano di Valoti, ma con la spalla. Pairetto conferma la prima sensazione, fischia il penalty: “Lo tocca basso”. Alves avrebbe dovuto ritrarre il piede. Dal dischetto Petagna è freddo, migliora la percentuale, la porta a 5 su 7 in questo campionato (11 su 13 nella Spal) è all’11° gol sui 20 di questo campionato estense, al Napoli potrebbe fare il cambio di Milik.
In tribuna, D’Aversa ha quella faccia un po’ così, la mancanza del pubblico lo tranquillizza. In panchina c’è Andrea Tarozzi, il vice valorizzato da Fulvio Pea al Sassuolo, in serie B. Il derby si scalda, i contatti sono veri, altrochè metro di distanza.
Esce Brugman, sconfitto da Valoti, nel duello (Scozzarella è superiore), entra Caprari, un attaccante per un centrocampista. Cornelius è stranamente fuori partita, l’altro scandinavo Kulusevski si accende di più, eppure calcia fuori. L’ultima chance è per Gervinho, in acrobazia non la trasforma. Il Parma ha giocato peggio altre partite vinte, per esempio a Reggio, l’altro derby, con il Sassuolo.
Con la Spal si è giocato, non c’è stato rinvio. La decisione arriva in extremis, si parte alle 13,45, quando sembrava prevalente l’ipotesi di non entrare in campo. Alle 12,30, le squadre erano naturalmente già pronte, il riscaldamento era completato, mancava giusto la terna arbitrale e infatti Pairetto comunica ai giocatori la decisione del governo di chiedere l’immediata sospensione del campionato di serie A.
Le formazioni di D’Aversa e Di Biagio tornano gli spogliatoi, l’inizio è eventualmente posticipato di mezz’ora, all’inizio. “Ci prendiamo un po’ di tempo, nel caso facciamo 5’ di riscaldamento”, dice Luca Pairetto agli atleti. “Non si può giocare in queste condizioni”, sussurra Sergio Floccari, 38 anni, il veterano della compagnia, peraltro in panchina. Intende il tiramolla psicologico e pure la coerenza nell’evitare il rischio di contagio. I calciatori si salutano con il gomito, oppure con il pugno, com’è già avvenuto a Cagliari, per la coppa Davis, per Italia-Corea del Sud.
Del resto ieri sera anche il presidente dell’assocalciatori Damiano Tommasi aveva chiesto di non giocare, per evitare rischi per gli atleti,, che naturalmente non possono disputare una gara restando a uno, due metri di distanza. Si attende la notizia del rinvio, di Parma-Spal e dell’intera giornata di campionato. Sembrava che il calcio desse il buon esempio, dopo il rinvio anche della giornata di basket, giunto poco dopo le 8.
Il Parma accredita solo una cinquantina di giornalisti, più gli staff, Dazn per esempio ha scelto di inviare solo il bordocampista, che neanche interverrà in diretta. I raccattapalle hanno i guanti in lattice, siamo in zona arancione, il colore dei soccorritori in tribuna, dove le presenze sono davvero ai minimi termini.
Si cerca di evitare la diffusione del contagio, gli ospedali sono in sofferenza, come personale, non solo per i casi di coronavirus.
Passa la mezz’ora, trascorre un altro quarto d’ora, i giocatori si spazientiscono, aumenta la tensione, nella pancia dello stadio Ennio Tardini. Finchè trapela l’ipotesi di giocare e così sarà.
Il pallone resta lì, a bordo campo, rotolerà normalmente, con un’ora e un quarto di ritardo. A Parma c’è il sole, è acceso comunque l’impianto di illuminazione. Si ricomincia, dunque, con un nuovo riscaldamento, le squadre scendono sul campo alle 13,13. Mai successo, riparte la musica della Lega e tutto o quasi sarà come sempre. Anche il risultato di Parma-Spal, regolarmente favorevole ai ferraresi. Reduci da 5 sconfitte in sequenza e da 8 nelle precedenti 9 gare. E’ stata una vittoria quasi alla Semplici, con il baricentro basso, ma meno basso del solito.
Da “Ilmessaggero.it”, “Ilmattino.it”, “Quotidianodipuglia.it”