di Vanni Zagnoli
Che grande Atalanta, sempre, straordinaria, letteralmente. Tre gol in un tempo a Verona, con il Chievo, maestra di antigioco. Vince il gioco, in genere, in genere non così ampiamente. E il gol di Pellissier nella ripresa incide poco.
Poco hanno combinato Sassuolo e Torino, la prima di Aquilani come vice Magnanelli non è male. Malissimo si era lasciato con il Pescara, con tanto di rissa sui social della wag Michela Quattrociocche, che con Federica Nargi nobilita il parterre del Mapei.
Ma è Gasperini è il nuovo Di Francesco, gli eusebismi sono bergamaschi, l’Atalanta è lanciata verso l’Europa, 26 anni dopo i quarti di finale raggiunti con Frosio e il compianto Bruno Giorgi. Il Sassuolo è da salvezza, il Torino non ancora da Europa.
Il profeta di Gasperson è Papu Gomez, doppietta in metà tempo, archivia Andrea Conti. Il vantaggio è su filtrante di Petagna per Freuler, il raddoppio su cross di Spinazzola, il tris è su tiro di Petagna e successiva conclusione di Gomez, respinta. L’1-3 è su assist di Floro Flores, il poker viene propiziato da Petagna, per l’elvetico Freuler, più rapido del velocista Urs, degli anni ’80.
Anche senza Kessie e Gagliardini è un’Atalanta da 8,5, contro un Chievo da 4,5, ma Rolando Maran da due anni ottiene fin troppo, considerato il potenziale.
Sassuolo-Torino è da 6 scarso per i neroverdi, da 6,5 per i granata, considerate le 6 occasioni contro una del primo tempo. La ripresa è meno squilibrata, con opportunità per Belotti e Ragusa. Torna Domenico Berardi, 4 mesi dopo un infortunio misterioso. Ah, Belotti. Per il momento non vale i 65 milioni offerti dall’Arsenal, non risolve le partite da solo, specie le delicate, come fa Higuain. Nel finale Iago Falque avvicina il bersaglio, ma l’azione era in fuorigioco.