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di Vanni Zagnoli
E’ un po’ come lo 0-3 con Cuba al mondiale del ’90, con gli azzurri campioni d’Europa e costretti al percorso B, di ripescaggio, più difficile, sino all’oro. Ecco, magari questo 0-3 con parziali bassi, da abbinare al set perso male con l’Argentina e la Slovenia e ai due centrali e al tiebreak con la Russia sarà smentito venerdì sera con la Polonia, in fondo basta vincere, a meno che i polacchi non strabattano stasera, dalle 20,30 (Raisport) la Serbia.
Le crepe, però, sono enormi, nelle certezze azzurre. I 4 punti atterrati da Juantorena atterranno, appunto, atterriscono. Più tutte le ricezioni saltate, più gli ace serbi, le mancate difese. Da salvare c’è la doppia cifra di Mazzone, il migliore, Zaytsev si ferma a 9, Lanza è fuori dal mondiale, come continuità, Maruotti in un set e mezzo azzecca solo un pallone. Servirebbe Randazzo, 23 punti all’Olanda, al posto di Lanza o magari di Osmany. Si resta qui, al PalaAlpitour, sotto le bombe di Atanasijevic e compagni, l’opposto di Perugia è talmente forte da avere costretto Zaytsev a cambiare ruolo. Fa 19, contornato dagli 11 di Kovacevic, mancino apprezzato in Italia.
C’è tanta serie A, in queste final six di Torino. «Il campionato italiano sarà davvero come l’Nba, come una volta», riflette Nikola Grbic, tecnico a Verona, mai semifinalista.
L’oro all’Italia manca dal 2005, dall’Europeo a Roma, con Montali, siamo lontanissimi, anche dall’argento olimpico. Sono cambiati solo i centrali, Buti, Birarelli e Piano non ci sono più, Anzani è fragile, Mazzone di più non può fare. Un anno fa siamo usciti dagli Europei con il Belgio, nei quarti, perchè Oleg Antonov non poteva fare il titolare, da secondo schiacciatore. Vettori si è perso, negli anni, dopo il magnifico 2013 con Berruto, manchiamo nei martelli, nei secondi martellatori. Si perde anche Giannelli, con una ricezione così. Certo, la Serbia batte alla grande, fa la rumba però non si può cadere così. “In un’ora”, sottolinea Zaytsev. E sul banco degli imputati va prima di tutto lui, nel senso che da capitano, da personaggio, deve trascinare come fosse Cristiano Ronaldo.
E’ il CR7 del volley, deve portare la sua squadra a vincere la sua Champions league, ovvero qualcosa. Anche Giannelli fatica, non mette punti, i 4 di Osmany sono quasi una macchia della carriera. Del resto da molto gioca da fermo, a Trento all’inizio del decennio era il miglior giocatore al mondo, poi il ginocchio, la schiena, il polpaccio. I cambi servirebbero, Randazzo per lui, Maruotti come vice Lanza non fa meglio, il sestetto è sbilenco, sghembo, non si può reggere solo su Colaci, che per una sera non fa miracoli in difesa nè in ricezione. Anzani si perde, Mazzone non può rimediare a tutto. Tutto questo mentre il Brasile batte 3-2 la Russia, rimontando due set, con William in regia al posto di Bruninho, idea di Renan Dal Zotto, mito a Parma, male da allenatore a Treviso.
Oggi vediamo gli Usa, la Polonia con la Serbia, se per caso i polacchi vincessero facile sarebbero problemi grossi, perchè dovremmo poi strabatterli venerdì. Resta la delusione, nel bellissimo impianto in cui l’Italia del basket perse con la Croazia il treno per le olimpiadi, due anni e mezzo fa. Le sensazioni sono analoghe, per carità, speriamo di sbagliarci. L’Italia era questa in Nations league, nelle scorse World league, con l’eccezione dell’argento in Grand Champions cup. Era in ribasso con Berruto, Blengini è stato super, con argento in coppa del mondo e alle olimpiadi e in Grand, appunto, ma il mondiale è il mondiale. In casa, poi. Firmeremmo, ora, per il quarto posto di Roma 2010, con Andrea Anastasi in panchina.
Da “Ilmessaggero.it”, “Ilmattino.it”