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di Vanni Zagnoli
Quaggiù si va allo stadio come in salotto, ma è un campionario di emozioni, fra cori della curva rossoblù, mortificata dal 2-2 su rigore a 6’ dalla fine, e parata di bellezza, con il marketing di Mastergroup, che anima anche il volley femminile e il basket.
Dunque, al Mapei è spettacolo presto e volentieri, con il palo di Santander, lo spreco di Federico Di Francesco e con il gran destro di Rodrigo Palacio, 36 anni, in finale al penultimo mondiale. La curva petroniana è fra le più spettacolari d’Italia, la trasferta è agevole, di 50 chilometri. Il Guardiola italiano, il preferito del tecnico del Manchester City piace sempre, Roberto De Zerbi ha 39 anni e studia da Eusebio. Di Francesco. Federico qua è in fascia, a destra, da lì arriva il pari, la sventagliata portentosa di Marlon, da Barcellona, per davvero. Esulta roetando le braccia, Skorupski meriterebbe una grande, da Empoli, non arriva. Esce sulla trequarti, lo spettacolo è sempre intenso e Filippo Inzaghi respira.
Non siamo più al Sassuolo molto italiano, con 6 indigeni e 4 di colore, ovvero grande fisicità. E’ uno dei tanti derby dell’Emilia Romagna leader dello sport e anche del pil. Il colpo d’occhio è discreto, la pioggia limitata. In tribuna il ct del ciclismo Davide Cassani, imprenditori a pranzo, qui succede dal ’95. Peccato solo il silenzio della curva ceramica, con la Reggiana in serie D il pubblico è aumentato ma il frastuono solo in parte. La realtà è che il Sassuolo è presumibilmente già salvo ora, può giocare libero, meno i rossoblù, dai contrasti fin troppo vigorosi, vedi l’ammonizione a Poli. In palio c’è la supremazia regionale, è una bella lotta, con il Parma di Nuovo Inizio dal grande potenziale economico e la Spal in crescita. Manca giusto Saputo, il canadese è fra i 300 più ricchi al mondo ma gli investimenti sono in tutto quanto non è squadra. Il pressing neroverde è superiore, la fase difensiva di Pippo convincente, mancano giusto le ambizioni da Europa. Il Bologna manca da 19 anni, la E-league neroverde irripetibile, i mapeisti però sono internazionali. Non hanno più il pragmatismo di Beppe Iachini, come i felsinei progrediscono rispetto alla mediocritas dell’ultimo Roberto Donadoni, comunque papabile per il Milan.
Ah, l’interesse scende, all’intervallo, dalla palestra e dal centro commerciale nessuno occhieggia sul prato. Qua si faranno gli Europei under 21, tornerà l’under fra 20 giorni, come a Ferrara.
Ripresa, con il contropiede di Svanberg non trasformato da Santander e il vantaggio di Mbaye, su sponda di Calabresi per Gonzales. La reazione mapeista non è granche, dopo il grande avvio di stagione. Esce Orsolini, bravo come ad Ascoli, e gli uomini di Inzaghi controllano. Adesso è un allenatore da serie A, non al Milan.
La pioggia favorisce chi difende con bella convinzione, nè l’ingresso di Matri cambia la partita. Anzi, arriva un rigorino, Doveri fischia la scivolata di Mbaye su Sensi e Boateng impatta dal dischetto. Le ultime chances sono modenesi, Matri alto davanti alla porta. Sipario.
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