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di Vanni Zagnoli
Due punti in 6 partite e il Parma spezza la serie negativa con il Genoa, che non perdeva da 6 gare. I rossoblù sono piegati dall’ex Kucka nel momento migliore, al Tardini la squadra di D’Aversa addirittura non vinceva da fine novembre, dal 2-1 con il Sassuolo. Un girone fa, Ballardini venne esonerato, per l’1-3 subito a Marassi, subentrò Juric che poi venne giubilato dopo la sconfitta in coppa Italia, nel derby con l’Entella, per Prandelli, che adesso punta alla miglior salvezza possibile, dopo questo sorpasso mancato.
Il Genoa inizia bene, con il tiro di Criscito da fuori e la parata in due tempi di Sepe e con il suggerimento di Kouame per Bessa, il diagonale dell’ex leader del Verona esce. Il Parma cerca la manovra avvolgente senza essere pericoloso, lascia il possesso palla agli ospiti, come quasi sempre. Sul cross di Siligardi, Di Marco calcia al volo, Jandrei al debutto in serie A allunga in angolo. E’ brasiliano, ex Chapecoense, del club che ha perso quasi tutti la squadra in incidente aereo, quasi tre anni fa, lui arrivò per la rinascita. Un tiro di Radovanovic è murato da Gagliolo, ligure che iniziò alla Sanremese. La palla buona arriva in area piccola da Scozzarella a Inglese, il gesto tecnico è anche buono, la piroetta esce per centimetri. Il fuorigioco ferma Gervinho, arrivava da dietro ma Inglese era nettamente avanti e in qualche modo incideva nell’azione. Scozzarella prende il sopravvento a centrocampo, in particolare su Radovanovic e lo fa ammonire. Il Parma ha sempre l’abilità di far giocare male gli avversari, in genere il Genoa è anche più manovriero, al Tardini Prandelli diede spettacolo con i crociati, con due quinti posti, nonostante la crisi Parmalat e anche adesso si vede qualcosa di buono.
E’ la classica partita da pareggio, si aspetta giusto un episodio, per galvanizzare i quasi 15mila spettatori, un migliaio dei quali arrivati da Genova. Fra le tifoserie non corre buon sangue (il Parma è gemellato con la Sampdoria), gli incitamenti restano incessanti. Il Genoa aumenta l’intensità alla ripresa, la difesa emiliana però è attenta e perfettamente in linea, dopo gli errori costati 3 gol a Empoli. Romero salva su un bel cross mancino, basta quello per rendere l’idea del perchè la Juve l’abbia prenotato. Al Parma manca un pizzico di brio, il calo si avverte, Kucka è lontano dai livelli proprio genoani eppure fa argine, Di Marco a sinistra piace. Sanabria ha una doppia opportunità in area piccola, la coordinazione precaria gli impedisce di centrare la porta. La circolazione di palla rossoblù è gradevole, manca precisione per arrivare al gol. Lazovic traversa da destra, Sanabria all’indietro di testa per Lerager, il destro è fuori di poco.
Si vede la mano di Prandelli nelle geometrie, il Parma rischia anche su cross di Criscito. Esce Scozzarella, che ancora non ha i 90’, gli subentra Biabiany, nell’inedita posizione di mezzala. Fuori anche Bessa, in flessione dopo un buon primo tempo, dentro Rolon. Lo sprint di Gervinho porta al tiro Kukca, contrato da Zukanovic. Basta un’accelerazione per arrivare alla rete del Parma, a 13’ dalla fine. Di Marco dalla bandierina, Kukca irrompe, traversa, con deviazione del portiere, Rigoni si aiuta con la mano, davanti alla porta, senza però toccare il pallone, lo slovacco infila al suo secondo tentativo: è stato parte attiva in 5 gol del Parma nel 2019, aveva già realizzato un gran gol a Cagliari. Si aspettano 2’ per il Var check, arriva la convalida a far scattare la festa gialloblù. Prandelli inserisce Pandev, per Radovanovic, per rimettere in sesto la partita, poi Lapadula, si scontra con la protezione di Iacoponi e compagni, che in area saltano con le mani dietro la schiena, per evitare rischi di rigori. Gervinho vola da metà campo, sull’uscita del portiere sterza troppo a destra e chiude fuori. Escono anche il destro di Kouamè, come la punizione finale. Il pragmatismo di D’Aversa è premiante sulla ricerca del gioco di Prandelli. A +15 sul Bologna, il Parma è praticamente già salvo. Esulta il presidente Pizzarotti, sempre alle prese con la battaglia legale con il predecessore cinese Lizhang.
Prandelli contesta l’angolo che ha deciso la partita: “Non c’era, servirebbe il tempo effettivo per rivedere l’azione da più indietro. E’ uno strumento democratico ma da perfezionare”.
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