di Vanni Zagnoli
Sassuolo-Inter è un po’ come Sassuolo-Atalanta, l’1-3 del primo tempo dice tanto, considerate anche altre palle gol concesse dalla squadra di De Zerbi, finisce però 3-4, dunque molto meglio dell’1-4 della partita precedente la sosta e la morte di Squinzi. Per l’Inter era tanto facile, su un campo che negli ultimi anni aveva sofferto, dopo i 7 gol segnati per ciascuno dei primi confronti diretti, all’improvviso l’uno-due sassolese rende insidioso il finale. Come Juve-Bologna, l’Emilia è indomita.
Il prepartita è tutto dedicato al ricordo di Squinzi, scorrono le immagini della promozione in A, il suo motto: “Mai smettere di pedalare”.
E’ appena iniziata, quando Brozovic serve Lautaro Martinez, il destro è all’incrocio dei pali, inatteso il subitaneo vantaggio nerazzurro. Ancora il croato per l’argentino, Marlon è sorpreso, il diagonale esce di poco. Berardi punta Biraghi sulla sinistra, la conclusione è di destro, talmente diagonale da tagliare fuori anche Handanovic, la dedica è naturalmente per Squinzi. Gli attacchi prevalgono sulle difese, quando si esce dal palleggio fine a se stesso, i neroverdi in genere fanno la partita, stavolta è l’Inter a far girare la palla, con la maglia celeste. Ogni palla che arriva in area è un pericolo per Consigli, Lukaku travolge Peluso sul cross di Candreva, Lautaro infila e l’arbitro Giacomelli annulla presto, senza neanche andare al Var, ogni contatto viene enfatizzato dal replay ma questo è evidente. E’ l’altra faccia della bestia, comunque sempre ai limiti del regolamento nei movimenti.
E’ in fuorigioco la partenza di Caputo che pure segna, servito da Berardi, altro gol non convalidabile. A tratti la squadra di Conte schiaccia la banda di De Zerbi, vulnerabile sui cross laterali. E anche sulla girata repentina di Lukaku, servito da De Vrij e stavolta regolare nell’uno contro uno su Peluso. Il Sassuolo sbanda ancora, Magnanelli deve atterrare Martinez al limite. Atterra anche un paracadutista sul campo, prima del rigore, la task force di Mastergroup lo bracca subito. Marlon trattiene Lautaro, sospinto anche da Duncan, certo l’argentino fa poco per restare in piedi: dal dischetto va Lukaku, sporca la percentuale di Consigli come pararigori.
Sopra di due, l’Inter spinge anche nel secondo tempo, il Sassuolo continua a giocare ma ormai è andata. Muldur esulta per un salvataggio su Lautaro, che poi da fuori sollecita Consigli, idem Candreva. I (ner)azzurri arrivano a calciare con facilità rara, contro i brevilinei modenesi, c’era bisogno di questa verve contro lo Sparta Praga ma la Champions è molto più tosta della serie A. In tribuna c’è Gattuso, con il fido di Gigi Riccio, che al Sassuolo tentò la scalata verso la A, da centrocampista. L’Inter ha il temperamento gattuseo e la classe di molti singoli. Il resto è a lungo festa della curva nerazzurra e accademia. Anche il tocco di Muldur su Barella, per il secondo rigore e la doppietta di Martinez, applauditissimo. Il rilassamento porta al destro di Djuricic, servito da Caputo, su azione di Boga, con Bastoni in ritardo. L’ex Chelsea trottola sulla sinistra, Brozovic non lo contrasta a trova l’angolino, complice di nuovo Bastoni. Sul meno 1 l’Inter va in bambola, come in certi momenti dell’1-2 con la Juve. Due situazioni sono rischiose, Conte si farà sentire. Resta il -1 sulla Juve, escluso lo scontro diretto l’Inter è sulla stessa linea.
Da “Ilmessaggero.it”, “Ilmattino.it”, “Ilgazzettino.it”, “Leggo.it”, “Quotidianodipuglia.it”