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di Vanni Zagnoli
E’ Germania, come sempre, come al solito, ogni volta i tedeschi arrivano in fondo, nel calcio, solo a Euro 2000 e al mondiale del ’18 sono usciti al primo turno, nel calcio moderno. Moderna è la Romania, sotto 1-0, al sorpasso con doppietta di Puscas, complice un rigore al Var. La partita cambia alla ripresa, con il tocco di Ianis Hagi su Daud. Sul 2-2 i tedeschi ritrovano energia, caratterizzano un po’ gli attacchi, evitano i supplementari nel finale e arrotondano, sempre su punizione. Amir, dell’Hoffenheim, è il più brillante dei bianchi, campioni in carica.
Era la grande serata gialla, con 16mila romeni, compresi famiglie, badanti, bellissime, gente magari visivamente non così facile, ma gente di cuore. Che alla fine ringrazia gli eroi, di un Europeo super. L’unico altro la Romania lo organizzò, a 8, e perse tutte e 3 le gare, erano quarti di finale e piazzamenti di consolazione. E’ il pubblico a consolare il figlio di Hagi, talentuoso e ricamante ma già distratto con la Croazia. La Germania c’è, sempre, con tattica e fisicità, intensità, certo ha tremato, soffrendo all’inizio e poi dopo il vantaggio, sembrava domata e senza la sciocchezza del figlio d’arte difficilmente ce l’avrebbe fatta.
E’ stata la giornata delle doppiette, del romeno del Palermo e soprattutto di Waldschidt (capocannoniere con 7 reti, eguagliato il record dello svedese Berg) e di Amir, appunto. Ai 38 gradi (40, arrivando in macchina).
Il primo rigore, dell’1-1, è chiamato dal Var Marco Guida, per il tocco di Baumbartl su Hagi. Sul 2-2, si pensa all’overtime, decidono le punizioni dei due germanici. Per la gioia dei 3mila sostenitori.
Fuori dallo stadio Renato Dall’Ara continuano a cantare le genti dell’est, mentre Cosmin Contra, il ct, racconta di Lucescu e di Terim, ma non di Fiorentina e Milan, dove giocò. L’Europeo under 21 valorizzerà la scuola danubiano-carpatica, i piedi buoni della generazione del nuovo Hagi. “Somiglio relativamente a papà – racconta -. So che a Brescia è stato un idolo. E’ stato il nostro sogno, comunque”.
A Udine andrà la Germania del viceallenatore Antonio Di Salvo, siciliano, papà di Agrigento e mamma di Paternò, Catania.
L’ALTRA SEMIFINALE
E’ ancora Spagna-Germania, dunque, la finale. Gli iberici ne fanno 4, a 1, in rimonta, alla Francia, incredibile. Nel senso che nel secondo tempo i transalpini sono spariti e non era previsto, nonostante la sofferenza dello 0-0 di Cesena, con la Romania. A Reggio, dunque, passano gli spagnoli, secondo pronostico, e finale europea under 21, domenicasera a Udine, dalle 20,45. I francesi avanzano al quarto d’ora su rigore procurato da Reine-Adelaide, a contatto con Junior Firpo. Il raddoppio è divorato subito da Mateta, chiuso in uscita da Sivera. Poi è Spagna, con Junior, la parata di Bernardoni su Fornals. Il pari al 28’ è di Roca, di potenza, su angolo di Oyarzabal. La supremazia è della Roca, con Nunez, Junior e il rigore causato da Konatè, in ritardo su Oyarzabal, che trasforma. Il tris è di Olmo alla ripresa, servito dal contropiede di Oyarzabal, con innesto di Fabian Ruiz. La Francia è sparita dal campo, con quel 2-0 sbagliato, non marca più, concede una chance anche a Fornals, si fa viva finalmente con Mateta. Concederà occasioni anche a Borja Mayoral, che firmerà il poker, dopo la trivela di Fornals. Siviera nega il 4-2 a Dembelè, mentre è tardivo l’ingresso del figlio di Thuram. Anche nel finale c’è molta Spagna, con Dani Olmo e poi il salvataggio di Balo.
“I tre gol di margine sintetizzano la differenza di valori in campo in questa semifinale – ci risponde mister Ripoli -, arrivano in Friuli le squadre migliori”.
Al Mapei gli spettatori erano 7mila, molto silenziosi, del resto anche per il Sassuolo, che prepara il 7° anno di serie A, si va come a teatro.
Da “Ilmessaggero.it”, “Ilmattino.it”