di Vanni Zagnoli
L’Uruguay è la solita nazionale latina arrembante, talentuoso ma difensiva, tignosa e capace di raccogliere il massimo, ma senza fare il massimo sul piano del gioco. Batte l’Arabia Saudita per 1-0, per chiudere il girone al primo posto dovrà battere la Russia, dominante come differenza reti.
La Celeste resta espressione di un calcio antico, vincitore di due coppe del mondo e primattore di copa America, sublimato dal tatticismo di Oscar Washington Tabarez, bravino al Cagliari, maluccio al Milan, rovesciato dalla rovesciata di Pasquale Luiso, il toro di Sora, a Piacenza.
Piace più il personaggio del gioco, a 71 anni Tabarez resiste, nonostante la malattia, l’aiuto che gli serve per muoversi. E’ il ct più longevo, più ancora di Joachim Low, della Germania. Tabarez è infinito, come Suarez, alla 100° presenza in nazionale. La prima occasione è creata dallo juventino Bentancur, a metà primo tempo Al-Owais esce a vuoto, il centravanti del Barcellona devia indisturbato sul secondo palo, a porta vuota, d’istinto. Torniamo indietro di 4 anni, al gol nel finale contro l’Italia, in 10 per la fiscalissima espulsione di Marchisio, con eliminazione azzurra, dimissioni di Prandelli e del presidente federale Abete.
L’unico squillo biancoverde su splendido cross di Al-Sharani, dal fondo, Bahebri anticipa la spaccata, coordinatissimo, ma alle stelle.
C’è tanta Italia, fra i celesti, Muslera non deve effettuare parate, Caceres è sempre insidioso, Vecino una garanzia, Cavani non deve impegnarsi tanto. Dopo 55’ entrano Laxalt e Torreira, primattori di Marassi, insomma la qualità è altissima, non le occasioni, con i soli Sanchez e Cavani (due volte) vicini al raddoppio. E’ il terzo mondiale per l’ex centravanti del Palermo e del Napoli, nel 2010 fu semifinalista, l’Olanda del Sudamerica spera nella finale, per rinverdire i fasti e far sognare i suoi 3 milioni e mezzo di persone. L’ultima fu nel ’50, vittoria in casa del Brasile. Siamo lontani, però non si sa mai. Classe e tatticismo sono da big, come i 15 ori in copa America. La qualificazione agli ottavi era scontata.
L’Arabia si conferma cenerentola, come nel 5-0 con la Russia e nella sconfitta contro l’Italia, al debutto di Mancini. Il mondiale ha troppe nazionali non competitive e troppe forti assenti. Italia, Olanda, ma anche un’altra decina di squadre europee che si qualificano agli Europei sono molto più forti della squadra di Juan Antonio Pizzi. Bel trequartista del Barcellona, da ct non fa miracoli.
Da “Ilmessaggero.it”, “Ilgazzettino.it”, “Leggo.it”