di Vanni Zagnoli
L’Olimpia è sulla via di Siena, di quel ciclo virtuoso di 6 scudetti di fila, più due revocati. Delle 6 supercoppe (più una), delle 3 coppe Italia (più due revocate). E’ sulla strada di un dominio potenzialmente simile alla monarchia della Mens Sana.
Per carità, i numeri sono minimi, in confronto, 2^ coppa Italia di seguito, dopo 20 anni di astinenza, ma 4° trofeo in striscia, dopo Supercoppa e scudetto. Questa Milano è infinita, come panchina, e allora l’auspicio di Giorgio Armani è spontaneo: “Spero che questo trofeo rientri in una lunga serie”.
Questo piacentino di 84 anni, re delle moda, è in sequenza positiva aperta, ma dal 2004 come sponsor e dal 2008 come proprietario aveva perso tantissimo, se è vero che è appena al 5° trofeo della sua èra.
Anche Sassari era in striscia entusiasmante, nei confronti senza ritorno con Milano, il triplete con quelle due vittorie al Forum, nella semifinale scudetto di due anni fa. Coach Federico Pasquini accarezza l’impresa, dopo i 4 trofei da general manager. Da un anno è come fosse strabico, perchè fa il mercato e pure allena, esempio unico di figura omnicomprensiva dello sport italiano. La partenza sprint marchiata Lacey dà il +11, l’Armani si rianima prima dell’intervallo. “Merito della difesa”, spiegano in coro coach Jasmin Repesa, capitan Cinciarini e Hickman, che sarà decisivo.
L’asso di sempre, Sanders, si ferma a 15 punti, comunque mette la sua calligrafia fisica anche in questo trofeo, aveva ricucito gli strappi di Brindisi e Reggio, nei quarti e semifinali, con l’appoggio pure di Pascolo, sabato. Milano va, si fa quasi riprendere sul 75-72 a un minuto e mezzo dalla fine, sbaglia tre conclusioni pesanti di seguito, con l’ala serba Savanovic e il croato Stipcevic. Il play aveva rovesciato Avellino, anti Milano favorita, e pure Brescia, la vera sorpresa della 4 giorni di Rimini.
L’Ea7 ha nervi saldi, chiude sull’84-74, ma con fatica, come ammettono le scarpette rosse.
Dalle final 8 esce un basket italiano in salute sul piano emozionale, perchè le 7 partite sono state in equilibrio supremo sino a un minuto e mezzo dalla fine e anzi Reggio aveva battuto Capo d’Orlando sul filo, come Brindisi si era piegata allo scadere, di fronte a Milano. Che ha rischiato più nei primi turni di oggi, a ben guardare.
Il presidente Livio Proli ha tenuto botta su Repesa, difendendolo nonostante la crisi anche in campionato, l’Europa anche quest’anno è andata ma almeno in Italia Gelsomino si conferma vincente. Certo è facile, spendendo complessivamente 19 milioni e mezzo, per questa stagione, contro i 7,6 di Reggio e i 6,7 di Venezia e Avellino. Sassari è quinta, in questa classifica, con 6 milioni, davanti a Trento, esclusa dalle Final 8. Dunque gli applausi vanno alla matricola Brescia e a Capo d’Orlando, espressione di 13mila abitanti, fra le grandi con costi contenuti.
Domani il basket si ritroverà a Quattro Castella, per gli oscar Pietro Reverberi, ai migliori della scorsa stagione, ovvero Amedeo Della Valle fra i giocatori, Buscaglia di Trento come coach e Proli come personaggio. E martedì Sassari gioca in Repubblica Ceca per attraccare gli ottavi di Champions league, difende 22 punti di margine. Prova a fare strada anche in Europa, dopo il flop di due Eurolega.
EA7 ARMANI-BANCO DI SARDEGNA 84-74
Milano: Hickman 25, Kalnietis 9, Pascolo 5, Sanders 15, Raduljica; Cinciarini 6, McLean 6, Macvan 11, Dragic 7, Cerella. Ne Fontecchio, Abass. All. Repesa.
Sassari: Bell 5, Lacey 15, Sacchetti 3, Devecchi 3, Lydeka 9; D’Ercole, Stipcevic 11, Savanovic 7, Carter 8, Lawal 13. Ne Monaldi, Ebeling. All. Pasquini.
Note: parziali 11-19, 34-36; 56-54. Tiri. Da 2: Milano 20-45, Sassari 17-33. Da 3: Mi 10-20, Ss 11-32. Liberi: Mi 14-16, Ss 7-9. Rimbalzi: Mi 36 (Macvan 7), Ss 34 (Lydeka 9). Assist: Mi 15 (Cinciarini 4), Sassari 14 (Sacchetti 4).