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Più Danimarca, certo, ma anche Australia, per cui il pareggio è inevitabile. In fin dei conti va bene agli scandinavi, in ottica quaificazione, non ai socceroos, che dovrebbero uscire. I biancorossi sono lontanissimi parenti della nazionale che dava spettacolo a Messico ’86, con Elkjaer, un anno prima campione d’Italia con il Verona, e anche della nazionale campione d’Europa nel ’92, da ripescata. C’è uno Schmeichel in porta, ieri come oggi, c’è un Jorgensen che non è l’ex Udinese e Fiorentina, ci sono Kjaer, già alla Roma.
I gialloverdi dell’olandese van Marwijk non sono male, anche loro non sono ai livelli di Bresciano e compagni, vicini ai rigori contro l’Italia, nel 2006.La partita piace, come molte del mondiale, si gioca al meglio e alla morte, anche con l’inserimento da metà ripresa di Cornelius, attaccante dell’Atalanta.
I danesi trovano il gol all’8’, dopo una palla gol oceanica. Sisto lancia in area Jorgensen, controllo, cross di esterno destro per Eriksen e gran sinistro di controbalzo sotto la traversa. Sisto prova il raddoppio, Rogic e Leckie mancano il pari. Arrivato al 37’ su rigore, braccio largo di Poulsen sul colpo di testa di Leckie. La segnazionale è del var, segna Jedinak. Poi Ryan sfiora l’autorete su punizione di Eriksen.
Sisto e l’australiano Mooy incidono anche nella ripresa, come Rogic e Leckie. Entra anche l’iraniano Arzani, classe ’99, il più giovane del mondiale, protagonista nel campionato australiano.
A Samara la squadra di Hareide si fa irretire dagli aussie, nonostante l’infortunio alla spalla di Nabbout. La Danimarca dovrebbe passare per seconda, l’Australia potrebbe salvare l’onore con il terzo posto.
Da “Il Messaggero.it”, “Ilgazzettino.it”, “Ilmattino.it”, Leggo.it”, “Ilcorriereadriatico.it”