di Vanni Zagnoli
Con qualche brivido, anche il Frosinone raggiunge la finale playoff di serie B. Mercoledì sarà a Palermo, il ritorno sabato e neanche lì sono previsti i supplementari. Con due pareggi, insomma, sarà di nuovo serie A, dopo due stagioni.
Con il Cittadella finisce 1-1, resta l’ombra di un rigore fischiabile a favore dei veneti, un attimo prima del pari, ma anche un altro episodio molto dubbio, sulla linea. E’ decisivo l’1-1 del Tombolato e la qualificazione dei giallazzurri è meritata.
Tornano allo stadio Benito Stirpe 23 giorni dopo la promozione sfumata con il Foggia, l’atmosfera non è troppo lontana da quella sera, i cori sono frequenti e la squadra scaccia la paura. Bartolomei è il solito propulsore del Cittadella a destra, Strizzolo in spaccata arriva tardi. Replica Ciano con una punizione spettacolare, Alfonso respinge prontamente, si ripete su Gori e pure in uscita. Moreno Longo si raccomanda di coprire al meglio ogni zona del campo, i granata fanno girare molto la palla, senza costruire molto, anche perchè le fasce sono ben presidiate. Luca Matarese a destra si fa vedere, nel Frosinone, ha 20 anni e Mino Raiola come procuratore, in campionato aveva assommato appena 151’, non tradisce nella gara chiave.
Il popolo ciociario esulta alla ripresa, cross basso da sinistra di Soddimo, rimpallo, Gori calcia in corsa, il destro è deviato da Lora. Il Cittadella dovrebbe segnare due gol entro il 90’, avvicina il pari con lo stesso Filippo Lora, Vigorito respinge. Gli ingressi di Kouame e di Chiaretti cambiano l’inerzia del match, il Frosinone non corre grandi rischi, in una partita molto frammentata. Al 28’ ci sarebbe un rigore per i padovani, Gori allarga la gamba su Chiaretti, che peraltro cercava il contatto, Nasca lo ammonisce. Un attimo dopo, sempre Chiaretti calcia da fuori, Chibsah devia, la palla arriva a Kouame che infila il pari, tenuto in gioco da Konè, subentrato.
Il Frosinone stavolta regge con personalità, non concede occasioni significative al Cittadella. Che anzi nel recupero perde Varnier per doppia ammonizione, sgambetto su Citro. L’ultimo sussulto quando Terranova e Matteo Ciofani si scontrano di testa. La squadra di Venturato ha vinto metà partite in trasferta dell’anno, la più significativa non arriva. Arriva, invece, la terza eliminazione del Cittadella ai playoff, senza mai arrivare in finale.
Anche l’altro L’1-1 di Santa Elena fa la differenza, il Palermo batte 1-0 il Venezia e raggiunge la finale.
I dieci tifosi del Venezia, gli unici presenti al Barbera, sono protetti dalla Digos, a Terrasini, altrimenti sarebbero stati aggrediti da un gruppo di siciliani, e anche nel secondo tempo ci sono momenti di tensione.
28mila e 500 spettatori sono il record stagionale per lo stadio di Palermo, sul quale si affacciano i monti, per un panorama stupendo. C’è naturalmente il presidente Joe Tacopina, avvocato con il fisico da giocatore di football americano, un po’ in sovrappeso. Fra gli arancioneroverdi Fabiano rileva Falzerano, infortunato a un polpaccio nel riscaldamento, la loro staffetta si materializzerà al 10’ della ripresa.
Il vantaggio del Palermo è già al 5’, Rispoli si conferma da serie A, da anni, calcia dal limite, Trajkovski si trova sulla traiettoria, controlla e con il destro a incrociare impegna Audero, sulla respinta il doppio rimbalzo su Domizzi, il più vecchio in campo, che non può evitare lo 0-1. E’ la 23^ partita stagionale in cui i rosanero passano in vantaggio, solo una volta hanno perso, e per il Venezia diventa troppo difficile. Eppure impegna Pomini con la girata al volo di Pinato e altre due azioni. E’ la velocità di Coronado a tenere in scacco la difesa di Pippo Inzaghi, assieme a La Gumina, che ha i movimenti e la velocità di Immobile. Un tiro da fuori di Muravski è pure pericoloso.
A 34 anni, Agostino Garofalo resta un trascinatore, a sinistra, rimangono in panchina due attaccanti di vaglia, Nestorovski e Litteri, già eccellenti protagonisti del campionato, l’ex Cittadella entrerà nel secondo tempo. Che vede il massimo sforzo del Venezia, con salvataggio di Pomini su Modolo. Inzaghi passa al 4-2-4, necessiterebbe di due gol. Al posto dell’esonerato Tedino, Stellone ha il merito di equilibrare il Palermo, di renderlo meno vulnerabile. Concede un’occasione a Geijo, Alberto Pomini respinge con i piedi: da qualche settimana viene preferito a Posavec, si oppone anche al destro di Litteri. Il Venezia meritererebbe almeno il pari, di fronte al 4-5-1 siciliano.
A 8’ dalla fine l’espulsione diretta di Pinato: entra in ritardo su Jajalo, bastava l’ammonizione. Al 43’ Domizzi sgambetta La Gumina, è rigore, Audero lo respinge al centravanti rosanero. Poco male perchè i veneti non possono segnare due gol. L’ultima chance è per Litteri, alta. Esulta il patron Maurizio Zamparini, 77 anni ieri, e sempre alla ricerca di nuovi investitori.
Da “Ilmessaggero.it”, Ilgazzettino.it”, “Ilmattino.it”