di Vanni Zagnoli
La Serbia invecchia, l’esplosività diminuisce, Uros Kovacevic incappa forse nella serata peggiore della carriera e l’Italia va in finale. Adesso da favorita, sulla Slovenia, come dimostra il 3-0 della prima fase, con due set per la verità tirati, e anche il successo di tre anni fa, al mondiale italo-bulgaro. L’Italia detronizza i campioni in carica, alimentando la trilogia di imprese sui serbi, dal basket all’Europeo femminile di volley, con finale a Belgrado. La giovane Italia di Fefè De Giorgi strabilia, tecnica e precisa, 3-1 e via, in finale, 5 anni dopo l’argento olimpico di Rio. L’ultimo podio fu nel 2017, in Grand Champions cup, c’erano già il libero Balaso e Giannelli, ora capitano. La superiorità è a muro e in battuta, in difesa e nel limitare gli errori gratuiti. Lanza se l’era presa perchè alle olimpiadi Blengini gli aveva preferito Michieletto, ora viene davvero il dubbio che con l’Argentina sarebbe andata diversamente, con Pinali per Zaytsev, non al meglio al punto poi da dover essere operato. E anche con Balaso per il 35enne Colaci. In un mese e mezzo di lavoro, terminato a Mantova, Fefè De Giorgi ha chiuso con la generazione dell’argento di Rio innestando i giovani giusti.
La partita
A Katowice, i rossi si illudono giusto all’inizio, 4-8, complice un errore di Giannelli. Il vantaggio azzurro arriva rapidamente, con i muri su Luboric, l’opposto preferito ad Atanasijevic, e anche uno di Anzani. Gli azzurri si muovono armonicamente nell’opposizione sottorete, il centrale azzecca un buon contrattacco. Ivovic sorprende Balaso in ricezione, quella palla però toccava a Lavia. Arriva l’errore di Pinali, in uno contro uno, gratuito, è lì che deve migliorare l’opposto, per allontanare i ritorni di Zaytsev e Vettori. Quando Michieletto mura Kovacevic, suo ex compagno a Trento, il 15 pari offre la speranza di farcela. I serbi insistono al centro, con Lisinac, il nuovo sorpasso arriva grazie a due difese di Giannelli. Il ct Bobo Kovac inserisce Atanasijevic, suo ex giocatore a Perugia, da -2 la Serbia arriva al 18-20 con due muri. Uno giunge anche da Pinali, che poi propizia il controbreak in battuta. Michieletto blocca Kovacevic, portando il primo setpoint. Si chiude sul 29-27 con l’improbabile diagonale di Ivovic, lì prende quota la speranza di fare come a Bari, quando la Serbia perse 3-0, due anni fa, e l’Italia si qualificò alle olimpiadi.
Il pregio degli azzurri è la concentrazione, Pinali cerca spesso il mani e fuori, anche in posto 4. Atanasijevic rientra per il secondo set, chiama il tifo come fosse a Perugia, Kovacevic trova un ace cercando di cambiare faccia alla sua serata negativa, l’altro mancino Michieletto si rifà con il 9 pari. Esce Ivovic, per Petric, eppure arriva un altro muro, di Anzani. Sempre con Giannelli al servizio, Alessandro Michieletto azzecca un tocco da beachvolley, per il +3. Vanificato da Petric in battuta. Galassi mura Kovacevic, sempre più contrariato, l’Italia invece resta scaltra, nelle conclusioni, il mani-fuori di Lavia è significativo. Al pari, peraltro, dell’ace di Lisinac e del muro di Podrascanin. Si resta lì, in una semifinale tiratissima, Giannelli controbrekka di fronte a Petric, con il +1 azzurro, il vantaggio doppio arriva con l’intuizione del capitano, per Gianluca Galassi, al centro. Due set point, Pinali azzecca l’ace sul libero Majstorovic, è 25-22, per la felicità del presidente federale Giuseppe Manfredi, che ha scelto Fefè De Giorgi come erede di Chicco Blengini.
Nel terzo parziale un’azione di 19” è serba, rende però l’idea della determinazione azzurra. Si resta vicini, anche sul 10-12, con timeout di Ferdinando De Giorgi, Atanasijevic inizia con gli sguardi torvi. Non serve ad arginare il muro di Galassi, perfetto. L’ace di Jovovic riporta il -2, Giannelli azzecca un colpo di seconda, l’arbitro lo richiama per evitare tensioni e fa pace con Basta Atanasijevic. Che si fa murare da Lavia per il 19 pari. Krsmanovic incide poco, eppure Pinali sbaglia un attacco chiave, è -2. I due set di margine consentono agli azzurri di essere tranquilli, nel finale, forti della superiorità a muro, Michieletto firma il 23 pari. I serbi mantengono i nervi saldi, cambio palla di Krsmanovic e chiusura al centro di Kovacevic, quella mancata da Galassi.
Quarta partita e 5-0, addirittura, con Giannelli al servizio, ace e muro di Anzani. Atanasijevic sbaglia, le distanze si dilatano, 10-4, con errore di Krsmanovic. La Serbia non ha la continuità per rimarginare il gap, i pochi tifosi italiani presenti in Polonia sono tranquilli e galvanizzati dalla musica della Cev. Pinali giocherà a Trento, dove il presidente Mosna ha lasciato, Modena l’aveva mandato a Ravenna, per crescere, azzecca l’ace della sicurezza, a 116 orari, sul 17-10. Pinali, Lavia, sul 25-18 c’è la firma di tanti.
L’ultima finale continentale per l’Italia fu nel 2013, a Copenaghen, 3-1 della Russia, questa è sempre a Katowice, stasera, dalle 20,30, su Rai3 e su Dazn.
L’altra semifinale è palpitante e va per lunghe, al punto che a Katowice la seconda inizia con una dozzina di minuti di ritardo. 25-17 Polonia, favorita, 30-32 il pari sloveno, il terzo set è a senso unico per gli adriatici, il quarto è proprio unico. Matchpoint per la Slovenia, con il challenge, su errore di Bieniek, a scatenare le tifose slovene. Il servizio è per Urnaut, il migliore, Leon annulla, poi Bieniek va in battuta e favorisce il 4° setpoint, annullato da Cebulj. Arriva un secondo match point, Leon sembra murato invece la palla non era passata, come evidenzia il challenge. Altro challenge infinito, l’allenatore marchigiano Alberto Giuliani sorride, arriva però un altro verdetto al replay sfavorevole alla sua nazionale, è 31 pari. Kurek manda fuori sull’ennesimo setpoint polacco e Stern mette a terra il 35-37.
E’ giusto così, gli sloveni sono alla 3^ finale continentale, seconda di fila, meritata. La Polonia va alla finale per il 3° posto con la Serbia, l’allenatore campione del mondo in carica Vital Heynen lascia da sconfitto, esattamente come all’olimpiade, con l’uscita ai quarti al tiebreak con la Francia, poi campione. Per la quarta volta di fila, agli Europei, la Slovenia, con 2 milioni di abitanti, elimina la Polonia, che ne ha 40 milioni ed è il Paese più appassionato di pallavolo. Si è qualificata per il mondiale di Russia del 2022, stessa cosa per l’Italia. La pallavolo piace perchè è sempre più imprevedibile. Sedici anni dopo Roma, aspettiamo un oro.
Da “Ilmessaggero.it”, “Ilgazzettino.it”, “Corriereadriatico.it”