di Vanni Zagnoli
Vince il Torino, segna Marko Pjaca a 8’ dalla fine, è giusto perchè raramente il Sassuolo è stato così in difficoltà, come occasioni concesse, persino nelle due volte in cui subì 7 reti, nelle prime stagioni in serie A. Ha creato, anche, abbastanza, poteva finire 2-4, considerate le occasioni più nette, di un match davvero spettacolare. Per i tifosi piemontesi è una grande soddisfazione, la vittoria esterna sul campo dell’8^ delle ultime due stagioni, fuori dall’Europa a pochi minuti dalla fine del campionato, da parte di chi si salvò all’ultima giornata. Si arresteranno così le contestazioni al presidente Urbano Cairo, le ironie di una società che comunque è arrivata per due volte in Europa. Il Toro si tuffa sotto la curva, un pensierino al settimo posto lo farà, dopo due annate tanto negative. Piacciono l’occupazione degli spazi e il coefficiente di spettacolarità, qualche brivido è naturale, soprattutto con chi ha sfiorato il colpo con la Roma.
La galleria di emozioni inizia con Pobega da fuori, per il Toro, Frattesi in controfuga modello Monza di Brocchi coglie un palo pieno e poi salva una situazione intricata, in area neroverde. Il Sassuolo è più d’attesa, rispetto alla gestione De Zerbi, al Mapei, resta qualche difficoltà difensiva, sempre di Chiriches, che perde palla, Ferrari e Toljan non chiudono Sanabria, il paraguagio tuttavia spedisce fuori. Con Juric, il pressing è convinto, c’è maggiore intraprendenza, non peraltro finalizzata. Al nuovo tecnico piace puntare dalle fasce, come con il Verona, l’uscita dalla trequarti del Sassuolo è complicata. Al punto che, nell’altra palla persa da Chiriches, Sanabria aggira Consigli e Ferrari salva a porta vuota. Il break era stato di Brekalo e sempre il croato coglie il palo da fuori, sulla ribattuta Rogerio interviene con il corpo e poi con la mano, ma non è rigore. E’ fuorigioco, invece, sulla splendida verticalizzazione neroverde, Frattesi per Djuricic che realizza e Piccinini annulla.
Il match è a fiammate, il Toro sa già che quest’anno non dovrebbe correre rischi di retrocessione e allora è coraggioso, come avrebbe voluto essere un anno fa con Marco Giampaolo, poi esonerato.
Tiene tanto la palla, Aina per Bremer, Consigli si conferma da nazionale, più di Meret, che nel Napoli non è sempre titolare. Maxime Lopez respinge la girata di Sanabria, entrambi di testa. Il duello fra il portiere emiliano e l’attaccante sudamericano prosegue. Raramente si vede il Toro costruire così tanto, fuori casa, anche l’altro trequartista all’esordio, Praet, da fuori, coglie il palo. A Juric mancano Belotti (con l’attaccante della nazionale magari un pallone sarebbe entrato già nel primo tempo), Izzo, Verdi e Zaza, la rumba granata però continua nella ripresa. Le azioni palla al piede sono davvero piacevoli, con l’ingresso di Ansaldi per Aina il Toro guadagna qualche altro metro, l’argentino a 35 anni resta una certezza, al di là di un brutto tiro, non a caso è incitato dai 400 tifosi granata in curva.
Il Sassuolo è temibile solo in ripartenza, della grande partita di domenica a Roma restano i lampi, come quello di Berardi che fa ammonire Rodriguez. La condizione fisica torinista è già buona, resta lo sbilanciamento difensivo, quando Chiriches scende palla al piede, Raspadori non trova il tempo per calciare. I modenesi si riprendono, Milinkovic Savic oppone il viso al tocco di Berardi. I tre cambi di Alessio Dionisi mutano il volto del Sassuolo, il match resta nei piedi del Toro. E anche nei gol mancati. Lukic vola da 40 metri, lanciato da Brekalo, si allarga troppo e manca lo specchio, disturbato da Kyriakopoulos.
Dionisi fa esordire il marocchino Harroui, Juric leva Brekalo per Pjaca, che segnerà. Scamacca perde palla, Mandragora serve Pjaca, Toljan è lontano e il croato la piazza sul palo lontano. E’ naturalmente al primo gol al Toro, offre un saggio delle potenzialità evidenziate a Euro 2016, al punto che venne preso subito da Marotta, alla Juve. C’è tempo anche per la respinta di Vanja Milinkovic-Savic sull’inzuccata di Ferrari. Poteva essere 3-5, ecco. Un anno fa finì 3-3 e il Sassuolo mancò il primo posto in classifica. Nonostante la permanenza di Berardi e Boga, che volevano andare via, le ambizioni possono ridursi.
“Eravamo partiti bene – spiega Dionisi, debuttante in A come Zanetti al Venezia -, l’abbiamo messa troppo sul piano fisico, siamo arrivati stanchi a fine partita. Devo fare mea culpa, abbiamo giocato a tratti, nella ripresa non davamo la sensazione di prendere gol. Nel primo il Torino ha meritato, sfruttando le nostre giocate forzate, eccessivamente verticali”. Dicono molto le 18 conclusioni granata contro 10, le 6 in porta contro 2.
Da “Ilmessaggero.it”, “Ilgazzettino.it”