di Vanni Zagnoli
Sono rarissime le partite in cui il Sassuolo vince e meriterebbe di perdere, accade con il Benevento, 1-0 e la bellezza di 36 tiri effettuati dai campani, record, tantopiù senza reti.
Il Sassuolo è secondo, in 5 nelle ultime 6 gare non ha subito reti, il particolare è sorprendente, considerato che da Di Francesco a De Zerbi ha sempre incassato tanti gol. E insomma la squadra targata Mapei sta diventando grande, proprio per compattezza, è dietro soltanto al Milan e si sta attrezzando per la seconda Europa della sua storia.
Il Benevento ha raccolto un punto a Parma costruendo quasi nulla, rispetto alla traversa di Iago Falque e alle 4 parate di Consigli.
Al gelo del Mapei, va in onda il solito venerdì del Sassuolo, stavolta però finisce con tre punti, dopo i pareggi con Torino e Udinese e la sconfitta di sabato con l’Inter. Superata momentaneamente assieme a Napoli e a Juventus.
Decide un rigore analogo a quello negato alla Roma domenica, contro il Sassuolo, Maresca è stato fermato, per quel tocco con la mano di Ayhan non sanzionato, sulla giocata di Spinazzola, Sozza di Seregno fischia, invece, sulla mano destra di Tuia sul cross di Maxime Lopez. Dalla tribuna sembra rigore, al replay di meno, stava levando la mano, guantata di nero, per il freddo.
Era la prima gara di campionato con l’omaggio a Paolo Rossi, con la sua immagine sul tabellone e le voci di Enrico Ameri, dalla radio, e poi di Nando Martellini di “Campioni del mondo”, a rimbombare nel Mapei vuoto.
Campione del mondo è stato anche Pippo Inzaghi, che aveva impostato la partita come nello 0-0 di Parma, aspettare e ripartire, il progetto però naufraga presto perchè presto, dopo il colpo di testa fuori di Lapadula.
Subito il rigore (Berardi dal dischetto è in sequenza positiva), le streghe recuperano palla e forzano le giocate, sospinte da Letizia, non sempre preciso, e protetto da Hetemaj, quando avanza. Caprari ci prova da fuori, sull’angolo Lapadula manca la porta con un tocco sporco. Ionita contiene a destra, a Parma aveva fatto il regista, alla Schiattarella, che a sua volta è diventato un ottimo playmaker, dopo una prima carriera da esterno. Improta si sacrifica dietro Caprari, sarebbe un attaccante.
All’intervallo entra Roberto Insigne nel Benevento, la partita abbastanza tranquilla del Sassuolo diventa di sofferenza rara e pura, con l’inferiorità numerica. Al 4’ Haraslin entra in ritardo su Letizia, non voleva fargli male, Sozza lo ammonisce, è richiamato dal Var e deve cambiare il colore del cartellino.
De Zerbi effettua un triplo cambio, resiste con il 4-4-1. Soffre a destra, concede un tiro a Insigne (troppo centrale) e uno a Caprari (sarebbe andato alto), in entrambi i casi comunque Consigli si esalta. Inzaghi leva Barba, un difensore, per una punta, Sau, si rivede anche Iago Falque, dopo l’infortunio, e coglie la traversa da fuori, con quel suo sinistro effettato. Consigli nega il pari a Lapadula con un volo da nazionale e poi schiaccia lontano la palla, come fosse volley. Il Benevento meriterebbe di vincere, neanche di pareggiare, finisce con Glik centravanti. Improta gira in porta e il portiere di nuovo si oppone. “Qualche parata mi permette di scaricarmi un po’”, sorride Consigli.
Senza Caputo, fermato da pubalgia, De Zerbi ha dovuto impiegare Djuricic come falso nueve, nel secondo tempo il giovane Raspadori, in difficoltà nel tenere palla, in avanti, si è fatto notare in positivo solo per il salvataggio vicino alla linea.
De Zerbi aveva impostato la squadra meno offensiva, come Maxime Lopez sulla linea dei trequartisti, Bourabia nella sua posizione, accanto a Locatelli. Il subentro di Boga dà poco, dietro piace sempre Gianmarco Ferrari. Berardi ha rischiato l’espulsione quando, già ammonito, reagisce a contatto con Iago Falque. Ha ragione De Zerbi: «Non stiamo benissimo, sul piano fisico. Nel primo tempo rispetto alle ultime gare siamo migliorati, torneremo a essere brillanti. Creare gioco con il Benevento non è facile per nessuno». «Avevamo il predominio anche nel primo tempo – conferma Inzaghi -, abbiamo perso sull’unico cross concesso nella partita».
Da “Ilmessaggero.it”