Paul Pogba
La rifinitura a porte chiuse allo stadio Ricci, la seduta al videotape e poi la partenza in treno per Torino. L’uomo che piace tanto a Berlusconi per il dopo Mihajlovic prepara così la sfida alla capolista, che aveva battuto per ultimo.
Sino ai 14 anni, Di Francesco dava una mano in famiglia, come cameriere nell’albergo Dragonara, tre stelle a Sambuceto, comune di San Giovanni Teatino. In provincia di Chieti lavorano ancora i genitori, Silvana e Arnaldo, la sorella minore Serena e i fratelli Maurizio e Walter. “Fu il papà – rivela Walter – a chiamarlo Eusebio, in onore del grande campione portoghese. Venne qui in ritiro con la Roma, quando era team manager, e per una settimana con il Sassuolo, nel 2013, quando nel Modenese nevicò”. Oggi nel distretto ceramico c’è il sole, a salutare i neroverdi a tre punti dall’Europa league.
Di Francesco, Allegri aveva portato il Sassuolo in B, nel 2008, cinque anni più tardi fu lei a completare l’opera, con la promozione in A. E’ in grado di fermare la Juve, come all’andata?
«Cerchiamo di fare una grande impresa anche domani, sappiamo che è difficilissima. Davanti abbiamo la squadra più in forma del campionato, che ha grandi potenzialità e una mentalità vincente. Ma voglio affrontarla a viso aperto, con il desiderio di far male a chi non subisce gol da tantissimo».
Rispetto all’1-0 di fine ottobre, qual è stato il cambiamento principale dei bianconeri?
“Da lì sono ripartiti alla grande, secondo le potenzialità. Non mi sorprende questo recupero, ho sempre sostenuto che fossero candidati allo scudetto, anche 20 partite fa”.
Le manca un uomo per reparto: Cannavaro in difesa (per sostituirlo, Antei è in vantaggio su Terranova), Missiroli a centrocampo (Biondini subentrato contro il Milan è stato trascinante) e Defrel, squalificato. Come centravanti, Falcinelli dovrebbe essere preferito a Trotta.
«Chi scenderà in campo farà un’ottima gara, si allenano tutti alla grande per disputare queste partite. Hanno l’occasione per dimostrare il valore del lavoro settimanale».
Dopo una vittoria in 10 partite, i successi con l’Empoli, all’Olimpico con la Lazio e con il Milan rendono granitica la convinzione, all’inseguimento del sesto posto?
“Non deve esserci presunzione, serve restare umili. I 3 successi in sequenza danno consapevolezza, ma per competere con la Juve occorre mettere sempre qualcosina in più, tante volte la determinazione non basta”.
Cos’ha lasciato il 2-0 di domenica?
«Soddisfazione per l’atteggiamento e una grandissima gioia, per i tifosi e il patron Squinzi. E’ una gratificazione per il duro lavoro, dopo momenti in cui non riuscivano le cose che inizialmente azzeccavamo. Siamo tornati vincenti».
Firmerebbe per uscire imbattuto dallo Stadium?
«Tutti gli allenatori dicono sempre di andare in campo per vincere, anch’io. Non mi piace far passare un concetto diverso alla squadra, specialmente a livello psicologico».
A che punto è il contatto con il Milan e il suo ballottaggio con Donadoni e Montella?
«Gli accostamenti fanno piacere, però la mia testa è sempre al Sassuolo e alla Juve di domani, il resto non mi interessa. Sono solo chiacchiere».
Vi adeguerete alle mutevoli facce stagionali della Juve?
«E’ passata dal 5-3-2 al 4-3-1-2, al 4-4-2. Magari con la retroguardia a 4 può cambiare il nostro approccio, l’atteggiamento di uscita dalla trequarti con la palla oppure l’andarla a prendere nella metà campo avversaria. E poi qualcosa in fase difensiva, ci prepariamo alle varie soluzioni».
Per Allegri, il turnover non esiste…
“E’ una scelta. Lui ha tanti giocatori di qualità, li alterna. Per me esiste una rosa di 20 uomini, io li reputo da Sassuolo, Max da Juve”.
Chi le piacerebbe allenare, fra i bianconeri?
«Pogba. E’ un centrocampista straordinario, come pochissimi al mondo, con quelle qualità. Peraltro anche noi abbiamo un Pogba, Missiroli».
Di quanto è favorita la squadra del presidente Agnelli, per il 5° scudetto di fila?
«Ha dimostrato di avere rincorsa, ora deve confermare il passo. Dietro ha una grande insidia, il Napoli, tornato a correre. Magari negli ultimi tempi non ha fatto grandi risultati però autografa ottime prestazioni e non ha mai perso l’identità».
E’ d’accordo con Arrigo Sacchi, che paragona la Juve al Rosenborg? Vince sempre scudetti, ma in Europa non fa strada.
«Alleno una squadra che in coppa non è mai arrivata, fatico a giudicare. Lavoro con umiltà per raggiungere quel traguardo, un domani».
Per il Sassuolo è un vantaggio che i bianconeri mercoledì giochino a Monaco?
«Non sono distratti dalla Champions. Ho affrontato spesso la juve, anche da calciatore, e guarda veramente partita per partita, con la miglior formazione pensata da Allegri per batterci. Ne sono convintissimo».
Come si può segnare a Buffon, all’inseguimento del record di Sebastiano Rossi, imbattuto per 929’, al Milan?
«Cercheremo di fargli questo scherzo. Si attacca la porta in tutti i modi, creando situazioni di pericolo. Non si aspetta, per evitare che prima o poi arrivi un cazzotto”.
In serie A, Barzagli incide quasi quanto un centravanti?
«E’ un ottimo difensore, ma è il grande attaccante a determinare le fortune di tanti allenatori, con i gol».
La Juve ha un punto meno forte?
«Non lo vedo. Puntiamo sulle nostre qualità, più che sui loro difetti».
Di Francesco, si è emozionato, per il tributo del Bernabeu a Totti?
«Mi ha fatto piacere, lo merita. E’ il riconoscimento a un giocatore che è stato straordinario».