di Vanni Zagnoli
A Bruxelles abbassano le luci e passano in macchina i 16 vincitori della seconda finale di Diamond league. In due fanno doppietta, l’americano Noah Lyles sui 100, in un eccellente 19”74, e l’olandese Sifan Hassan, di origine etiope, che piazza l’allungo sui 5mila, dopo i 1500 conquistati a Zurigo e il record del mondo del miglio, facendo crollare il regno della keniana Obiri.
Altra primattrice della serata è la britannica Dina Asher-Smith, record stagionale d’Europa sui 100, in 10”88. “Mi chiamo Dina – racconta – in onore di un’amica italiana di mia madre, Geraldina”.
Dina non smetterebbe mai di raccontarsi, euforica: “Grazie perchè mi considerate la star della Gran Bretagna”. Precede la 33enne Shelly Ann Fraser, l’ivoriana Ta Lou e l’olandese Schippers, in ribasso rispetto ai due titoli mondiali di fila sui 200.
Noah non pensa al record di Usain Bolt, il 19”19 appare ancora fuori portata. “Servirebbero condizioni perfette, gara perfetta e poi forse non sarebbe sufficiente”. La doppietta nella velocità era riuscita solo a Carmelita Jeter nel 2011 e a Shelly-Ann Fraser nel ’13. L’americano precede il turco campione del mondo Guliyey (19”86) e il canadese De Grasse, in recupero.
In questo bel contesto l’Italia fa quasi da spettatrice. Nell’alto, Elena Vallortigara si ferma a uno e 85, passato al terzo tentativo, con l’allenatore Stefano Giardi mediterà se fare i mondiali (è qualificata grazie al target number) o rinunciare. Inizia a 1,80, azzecca a fatica l’uno e 85 per arrendersi a uno e 89. A Bellinzona aveva saltato uno e 91, al rientro dall’infortunio alla caviglia, il 2,02 di un anno fa è molto lontano. Vince per la 4^ volta Mariya Lasitskene (da nubile Kucina), 1,99 senza errori e poi il 2,04 fallito, a gara vinta. Seconda Levchenko, bronzo la campionessa di eptathlon Nafi Thiam, beniamina dei belgi. Fuori classifica per la Diamond, un 400 ostacoli appena discreto, con la parmigiana Ayomide Folorunso, terza in 56”80, per 80 centesimi più veloce di Yadisleidy Pedroso, la cubana da 9 anni in Campania, sesta. Ayo la raggiunge prima dell’ultima curva. In un’altra gara extra, sui 400, è sesta Elisabetta Vandi, in 54”20, pesarese classe 2000, il futuro le appartiene.
Il presente è per il triplista Christian Taylor, 17,85, uguaglia il primato di Renaud Lavillenie, vincitore di 7 Diamonds.
Sui 1500, il keniano Timothy Cheruiyot in 3’30”22, resiste all’entusiasmante rimonta di Jacob Ingebritsen, 18 anni, il più giovane dei tre fratelli norvegesi. “A Doha – auspica Filip – potremmo raggiungere la finale tutti e 3”.
Nei 3mila siepi vince l’under 20 etiope Wale e per la prima volta il diamante non è del Kenya. Discreto il 44”26 dell’americano Michael Norman sui 400 metri, meno il 2’00”24 di Ajeé Wilson, altra americana, sugli 800. I 110 sono della giamaicana Danielle Williams in 12”46, buon tempo, e dello spagnolo Ortega, 13”22.
Nei concorsi, la greca Stefanidi fa quaterna nell’asta, con 4,83, davanti alla russa Sidorova. La lunghista Malaika Mihambo, tedesca di colore, non va oltre il 7,03, nel lungo. Il disco è di Cuba, con Yaimé Perez, sulla croata Perkovic, che per 6 anni aveva incassato il diamante, e della Svezia, con Daniel Stahl, entrambi vanno oltre i 68 metri, e per il paese scandinavo è il primo successo in Diamond. Di livello il 22,30 di Tomas Walsh (Nuova Zelanda), nel peso.
A fine mese, dal 27, sino al 6 ottobre, i mondiali di Doha. Per l’Italia, quarta nell’ex coppa Europa, i podi restano difficili, ma gli azzurri si sono risparmiati proprio per gli appuntamenti iridati.
Da “Ilmessaggero.it”