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di Vanni Zagnoli
Reggio Emilia
Fin qui tutto bene. Nel senso che il 3-0 del Sassuolo sulla Crvena Zvezda, cioè la Stella Rossa, lo mette quasi al riparo dai rischi del Maracanà. Là i serbi si trasformano, ma basterà anche soltanto un 4-1. Fin qui tutto bene anche mentre scriviamo, nel senso che magari nella notte, a zonzo per Reggio, incattiviti dalla sconfitta, i serbi potrebbero farsi prendere la mano e lasciarsi andare a vandalismi. Ieri la città del primo tricolore era terrorizzata, di fronte all’orda dei serbi, calorissisimi allo stadio Mapei, alcuni ubriachi, ma in generale addomesticabilissimi. Sul campo, la squadra di Bozovic è nulla, costruisce niente e concede tanto, tre gol, due pali e altre occasioni varie.
Poteva finire 5-0, via, Di Francesco leva progressivamente il tridente per risparmiare energie verso l’esordio in campionato a Palermo. Il Sassuolo vale la Champions, da almeno un anno, al netto dei gol divorati dai neroverdi e da errori difensivi per la verità in diminuzione. I primattori sono Berardi e Matteo Politano, romano, ex romanista, bravo anche a sinistra, come vice di Sansone. Matri esordirà presto, magari dirotterà a sinistra Defrel, a segno per il tris su assist di Falcinelli.
Gli eusebisti alternano gioco corto a lungo, eusebismi, cioè tocchi di classe, a potenza. L’ex team manager della Roma migliora la tecnica dei singoli, la tattica si è fatta più prudente, dopo alcune goleade subite all’esordio in A a Lecce e nel primo anno. Il Sassuolo emoziona, come la pallanuoto, come le medaglie dell’Italia. L’oro sarà arrivare ai quarti, perchè la cifra globale li vale.