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di Vanni Zagnoli
Vince Conegliano, con il batticuore, al tiebreak, recuperando da 0-4 e poi dominando, dal 10 pari, perde Trento, in 4 set, 26-28, quando sperava nel tiebreak.
Niente doppietta italiana, dunque, per il volley, in Champions league, nonostante il fattore campo, a Verona. Meglio le donne degli uomini, sempre a nordest, sconfiggono il satanasso Giovanni Guidetti, 4 Champions. Le turche del Vakifbank sono indomite, si aggiudicano il primo set, perdono il secondo nonostante le difficoltà in ricezione di Miriam Sylla, che non rientrerà più. E’ la grande sorpresa delle superfinals, la schiacciatrice più esuberante del mondo del volley resta positiva, neanche se la prende per il cambio e continua a incitare. “Tutte e 14 abbiamo dato tutto, anche solo con la voce”.
Il terzo è ottomano, il quarto trevigiano, con fatica. Nel tiebreak, l’avvio è pessimo, l’Imoco però rovescia rapidamente, al cambio di campo va avanti 8-6 e lì si capisce che si può fare, dopo tanta paura. Paura hanno le rosse, già sconfitte al mondiale per club, un anno e mezzo fa, nonostante il vantaggio nel quinto parziale per 10-14.
Il trofeo è con il Var, il replay dà il 15-12, anzichè i rischi del 14-13, comunque sarebbe rimasto un altro matchpoint. Sulla schiacciata di Egonu c’è un tocco, impercettibile, quasi, è come fosse un rigorino, via, dato al Var, appunto.
Egonu scrive 40, 40 punti, è stata grande, non sempre, alle volte spara fuori, più raramente è murata. La regista Joanna Asia Wolosz insiste persino troppo sull’opposta di origine nigeriana, coinvolge poco le centrali, Folie e De Krujif (autrice di un punto importante, sul finale), un po’ di più i martelli Hill e Adams.
E’ la prima Champions delle pantere, autrici del grande slam, già centrato dalla Foppadretti Bergamo. La famiglia Maschio, l’imprenditore Carraro supportano il presidente Garbellotto, in 9 anni sono arrivati 4 scudetti e 4 supercoppe, 3 coppe Italia, un mondiale per club e questa Champions. Quindi in bacheca figurano 13 trofei, quasi uno e mezzo di media a stagione. Sono 64 i successi di fila, fra campionato e coppe, le gialloblù possono superare il primato della Teodora Ravenna, nella prossima stagione, anche con facilità, considerato che già ora sarebbero a 78, se non si fossero rilassate dopo il mondiale per club, schierando le riserve, a Perugia.
In serata è mancata Trento, sotto 2-0, ha vinto il terzo, era sopra anche nel quarto eppure non raggiunto il tiebreak. Il titolo va ai polacchi dello Zaksa, allenati da Nikola Grbic, grande ex palleggiatore, per anni in Italia, con o senza il fratello Vladimir, grande pensatore e motivatore. “Alla vigilia – spiega il tecnico sul tetto d’Europa – mi ha mandato foto di miei vecchi trofei, come per motivarmi”.
Il palleggiatore Toniutti, francese di origine friulana, di San Daniele, si aggiudica il confronto a distanza con Simone Giannelli. Che, come Paola Egonu, anagrafe e ruolo alla mano, potrebbe reggere per un totale di 6 olimpiadi e da titolare.
A Giannelli e a coach Lorenzetti manca giusto solo questo trofeo, l’allenatore è fra l’altro uno dei più fedeli della pallavolo mondiale, da un lustro a Trento, altrettanto a Piacenza e 4 stagioni a Modena. Lo Zaksa merita, avendo superato Kazan, che fu capace di aggiudicarsi 4 edizioni di fila, 5 in 7 e 6 in 11. La Polonia è solo alla seconda affermazione, nell’albo d’oro comanda l’Italia con 19, anzi la Russia, con 10, più le 15 come Unione Sovietica, dunque saremmo 25 a 19 per loro. La Trentino alzò 3 trofei, ha tuttavia perduto le ultime due finali.
Grbic è stato a Verona, venne esonerato a favore di Bernardi, che non fece meglio. Nella città dell’Adige aspettano sempre la prima semifinale: “Servirebbe, però – obietta lui -, una programmazione migliore, anche un budget superiore, rispetto alle 4 grandi del volley italiano. Batterne una, per una volta”.
Verona ha tanto, di fianco c’è l’Hellas, al Bentegodi gioca anche il Chievo, vicino la primavera di entrambe e anche il calcio femminile. Grbic alza la coppa, fra musica e luci, la sollevano Wolosz e Toniutti, i registi. Nel mezzo, le donne, avevano cenato con 20 pizze, con lo staff, contro le 10 per le ottomane. Con il coprifuoco, neanche hanno festeggiato lo scudetto, una decina di giorno fa, al rientro da Novara, nella notte. I polacchi esultano come fossero rugbysti, sono campioni del mondo, nel 2018, in Italia. Presto inizierà la Nations league, poi le olimpiadi, quindi gli Europei. Tocca a Blengini e a Mazzanti, in attesa del nuovo ct. De Giorgi per i maschi, per le femmine non si sa, ma intanto sono più brave le donne. E festeggiano con brio.
Da “Ilmessaggero.it”