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La terza sconfitta di fila per l’Italia verso gli Europei era quasi scontata, contro la Serbia, 73-65, eppure è alquanto incoraggiante. I meno 20 e meno 25 con Belgio e Francia erano stati obbrobriosi, ad Atene gli azzurri non escono mai dalla partita, pagano l’unico momento di crisi, sul +7.
La difesa regge, soffrendo davvero solo Marjanovic, 21 punti, 8 rimbalzi e 9 falli subiti in 23’. Alto 2 metri e 22, è più di 130 chili, risulta immarcabile dai Cervi e Cusin, richiamato da Messina perchè il titolare non convince appieno. Ai serbi mancano Teodosic, fra le tante star a casa dall’Europeo, e Kalinic.
La regia dei slavi va in confusione, con 7 palle perse nel primo quarto, chiuso dall’Italia sul +2, nonostante i 12 punti di Marjanovic, che Messina ebbe da viceallenatore degli Spurs. Il ct tiene basso il ritmo, Datome così va in sofferenza e perde palloni, offrendo il 36-33 alla Serbia, di Lucic. Belinelli è in serata, con tre triple, Marjanovic dalla lunetta dà il +2 all’intervallo, nonostante il prodigarsi anche di Burns, per contenerlo. L’Italia ha tirato 8 volte in più dei biancorossi vicecampioni olimpici, e ha preso i loro stessi rimbalzi.
Nella ripresa la sequenza dalla lunga distanza di Marco Belinelli, Hackett e Datome regala il 42-49 del 4°. Il ct Sasha Djordjevic è il mancato erede di Messina, era la prima opzione del presidente federale Gianni Petrucci, virato su Meo Sacchetti. Si riaffida a Marjanovic, artefice dell’8-0 che capovolge il match, con tripla di Lucic. Aradori mantiene vicina l’Italia, sul 59-56, allontanata però dalla stella Bogdanovic a -8. Il pivottone serbo esce sul 69-60, Filloy dall’arco e una stoppata di Biligha su Macvan danno speranze, ma il lungo di Venezia sbaglia due liberi. Aradori dalla lunetta è preciso, per il 71-65, rintuzzato da Stimac.
Domani all’Oaka l’Italia affronterà la Grecia alle 20, venerdì la Georgia alle 17,45, sempre con dirette su Skysport1. Sono gli ultimi test, a una settimana dal debutto di Tel Aviv. La prima del torneo dell’Acropolis è da sufficienza piena. “Abbiamo compiuto passi in avanti molto seri – spiega Messina -, con ottimo atteggiamento per 40’. Marcare Boban Marjanovic è un problema serio anche in Nba. Buona la costruzione dei tiri, con errori nei momenti cruciali. La prestazione accontenta, contro una squadra da medaglia”.
Pochi minuti per Amedeo Della Valle, la guardia di Reggio Emilia vicina al passaggio a Torino, dove papà Carlo fu idolo, negli anni ’80, con semifinali scudetto in striscia, con il professor Dido Guerrieri in panchina. E’ in ballottaggio con Cinciarini per un taglio. Ne serviranno altri due, per portare la rosa a 12, e uno sarà certamente un lungo.
Italia-Serbia 65-73
Italia: Hackett 5 (1/3, 1/5), Belinelli 20 (1/2, 4/11), Datome 9 (3/5, 1/6), Melli 6 (2/2, 0/2), Cervi 2 (1/1); Filloy 6 (0/1, 2/5), Aradori 11 (2/3, 1/2), Pascolo 2 (1/2), Burns 4 (1/2), Biligha (0/1); Della Valle, Abass, Cusin. Ne Cinciarini, Baldi Rossi. Ct Messina.
Serbia: Macvan 5 (1/5, 0/4), Bogdanovic 10 (2/4, 2/4), Lucic 12 (3/5, 1/1), Milosavljevic 2 (0/1, 0/3), Bircevic, Stimac 6 (2/2), Micic 6 (0/2, 2/2), Guduric 3 (0/1, 1/2), Jovic 2 (1/2, 0/1), Kuzmic 6 (1/2), Marjanovic 21 (6/8). Ct Djordjevic.
Arbitri: Anastopoulos, Karakatsounis, Pursanidis.
Note: i parziali: 24-22, 14-18, 18-19, 9-14. Tiri da due: Ita 12/22, Ser 16/32; da tre, Ita 9/31, Ser 6/17; liberi: Ita 14/19, Ser 23/26.