Un racconto singolare, uscito su Prima Pagina Modena, senza neanche rilettura. Così.
di Vanni Zagnoli e Silvia Gilioli
Siamo seri, per una volta no, facciamo un pezzo a capocchia. Capocchia è una delle parole che piace a Ivan Zazzaroni, bolognese bellone, tenebroso, brizzolato. Sempre un passo avanti a tutti, l’importante è catturare l’attenzione.
Ecco, Alessandro Iori non ha bisogno di catturare l’attenzione, lo fa di default con quel suo racconto torrenziale. Chissà come si prepara, se corre, come si alimenta, come alimenta la passione per lo sport.
Iori Alessandro è un rubierese classe 78, 36 anni, quindi. E’ il volto di punta di Trc sport, assieme a Fabrizio Monari (anche Sky) e a Stefano Michelini, senza dimenticare Giancarlo Tacconi.
Iori è Mediaset Premium, è Canale5 e le altre due reti, per le partite importanti. Iori è ritmo, brio, tattica, tecnica, la parola giusta al momento giusto, l’innesto dell’azione, la riflessione, la statistica, un fiume in piena come certi attacchi vorticosi e portentosi, di certo Real Madrid e Barcellona e Bayern.
Pazzesco. Bisogna stare bene, essere lucidi, per concentrarsi e assimilare il Iori pensiero, perchè non è per anziani, depressi, inesperti. Alle va, imprendibile, vola in fascia, spara, segna. “Il gol, il gol, il gol”.
Iori da Rubiera è il fuoriclasse della voce, si prepara e poi improvvisa, spara parole, come Enrico Mentana 20 anni fa. Tracotante, quasi, per la sicumera della voce. In positivo, intendiamo. Iori va in trance agonistica, per le partite di calcio internazionale. “Es muy grande”, direbbe Paulo Jorge Dos Santos Futre, il più grande nella storia della Reggiana.
Iori è un grande lettore di quotidiani sportivi e del Guerin Sportivo (ci scrive), Iori è una macchina di numeri e nomi. Iori ha sempre la domanda giusta al momento giusto, a noi fa sorridere per l’approccio alla colleganza. “Tacco, …”. Che non è il colpo di, ma Tacconi Giancarlo.
Iori è un qualcosa di superiore, un’intelligenza superiore, rassegna stampa e cultura di vita, papà e marito, di un medico.
Iori è redattore a Trc, certamente ha un contratto con Mediaset, era talmente bravo che la Gazzettatv l’ha chiesto in prestito per alcune partite di copa America. Juric ci viene da dire, per assonanza. Così, per gioco, l’allenatore del Crotone.
Iori ama le favole e il bel calcio, ha gli occhiali a volte scuri e la sciarpa, è stato calciatore, forse gioca ancora e gioca a farsi crescere la barba. Iori non si emoziona, emoziona.
Poi sapete com’è la tv, Iori raramente va in video, a Mediaset, a Trc c’è sempre. Iori se si chiamasse Pardo sarebbe più popolare, Iori se facesse il coglione sarebbe più noto. Iori fa una battuta, due, ma il comico lo lascia fare ad altri. Iori ha lavorato con Giacomo Bulgarelli, a E’ tv Bologna. Iori interviene in radio Crc con Raffaele Auriemma, volto di Mediaset. Iori è il giornalista sportivo regionale più bravo, voce, video e scrittura. Anche appassionato di storia di sport vari, olimpici. Iori, da Rubiera allo studio di Trc, a Cologno Monzese, allo stadio Braglia o magari al Mapei.
Ci perdonerà, non mettiamo neanche i nomi dei familiari, è la Iori band, moglie e figlio, magari non l’unico, non sappiamo, chissà. Andiamo a capocchia, no, la buttiamo in vacca con chi non lo fa mai, giochiamo anche noi, neanche fossimo Leo(nildo) Turrini o Pier Pardo, Stefano Ferrari o Paolo Maini.
Iori, quel centrocampista passato dalle sponde del Secchia a prima voce di telecronache Mediaset. Mamma che grinta, che ritmo, che tutto, che orgasmo di racconto. Uno da Sky, da Rai, ma felice e appagato, fra Modena e Cologno e Bologna. Perchè per anni ha lavorato per la Tribù del calcio, a Mediaset premium, Italia2 e Tgcom24, intervistando Alessio Secco e Nicola Sansone, Fulvio Pea e l’Eusebio, Pioli e Garics, Agostini e Di Vaio, ma poi tanti altri, anche ex Parma e Reggiana.
Allora, per guastare tutto, non chiudiamo il pezzo. Anzi, lo chiudiamo alla maniera della radio, alla Sandro Ciotti fra Tutto il calcio minuto per minuto e Domenica Sportiva: “A tutti gli amici all’ascolto, il nostro più cordiale arrisentirci”.
Iori iniziò come radiocronista per radio Erre. Una torpedine, un bucaniere, polmoni esagerati, alla Fabio Caressa. E raccontò poi i passaggi alla mano, stile rugby, del Real o del Psg. Iori, da solo, è in grado di rendere indimenticabile una partita banalotta, che interessa solo in partenza e neanche in arrivo. Iori è un lusso per Trc, per i modenesi. Iori, da Rubiera. Iori, come Ferrari, o come Setti o Reggianini, cognome comune, senza fronzoli. Alle Iori. Ok, ci fermiamo, perchè altrimenti diamo noia. Anche alla Iori’s family. Nonno o papà di Alessandro erano falegnami.
A cura di Alessandro Mazzarino