Di Vanni Puzzolo
Dichiarato ufficialmente fallito. il Parma F.C. Ripartirà dai dilettanti, nella migliore delle ipotesi dalla quarta serie.
La notizia era già nell’aria, dopo le aste deserte, e i vani tentativi delle due cordate che hanno dovuto ritirarsi visti i debiti ingenti e gli investimenti, assolutamente fuori di ogni logica, in questi tempi , che avrebbero dovuto sostenere.
Il finale di questa vicenda era già scritto, e , sinceramente è anche il giusto epilogo perchè già una volta, gestione Tanzi, era fallita, ma aveva avuto il privilegio, con un escamotage , di salvare la categoria e pure il titolo sportivo con il valore patrimoniale dei giocatori, questa volta il finale era inevitabile.
Ancora una volta, però, ci sono state bugie, ipocrisie e finti pupari che hanno manovrato, fino a che hanno potuto, per poi abbandonare la scena lasciando il cerino ai poveri curatori fallimentari che altro non hanno potuto fare che decretare la morte clinica e spirituale del Parma F.C.
Quando la crisi del Parma è scoppiata, verso gennaio, la Federcalcio, con il suo Presidente Tavecchio si è subito adoperata in mille modi per garantire la regolarità del campionato, se il Parma fosse stato escluso dal campionato, Sky avrebbe chiesto risarcimenti ingenti a Lega e Federazione visto i contratti firmati per i diritti tv.
Tutti in campo, quindi, reperiti i 5 milioni di euro stimati per finire il campionato dalla Lega, soldi prima concessi a fondo perduto derivati dalle ammende delle società, poi invece reclamati dalle stesse e considerati solo un prestito infruttifero, ma sempre prestito .
Finito il campionato regolarmente, tutte le promesse si sono dissolte come neve al sole, Tavecchio ha provato , assieme ai curatori a diminuire i debiti sportivi per rendere più appetibile e realisticamente acquistabile il Parma, ma è bastata una minaccia, giusta, da parte del Brescia, minacciando vie legali qualora non fossero rispettati i regolamenti federali, ed ecco che Tavecchio ha inscenato la grande fuga, con il, ruolo di Ponzio Pilato, e così gli incentivi all’esodo, miracolosamente e maldestramente tagliati dai curatori, sono tornati ad essere realtà e parte integrante del debito sportivo, i 5 milioni prestati dalle Lega dovevano essere restituiti, e, infine, colpo di grazia, il paracadute spettante alle società retrocesse, non poteva essere utilizzato da un Parma nuovo, poichè costituiva un soggetto giuridico diverso rispetto al Parma F.C. che aveva finito il campionato, Così da 22 i milioni di debito sono ritornati 50 e le possibilità di subentrare da parte di una cordata, impossibili.
In definitiva, ancora una volta, si è manifestato il famoso detto siciliano “avuta la grazia…”. Di finire il campionato e quindi svanita la minaccia dei risarcimenti…
Gabbato lo Santo… ora del Parma non frega più nulla a nessuno, classico finale all’italiana.