Catania
E’ stata partita abbastanza vera, ma era prevedibile, la seconda del mondiale, a due punti dalla Serbia, contro la quarta. L’Italia è partita bene, si è fatta quasi riprendere, sul 22-20 tiene botta, cambio palla e via, il primo set va.
Davide Mazzanti avrebbe voluto giocarla già sabato notte, non vedeva l’ora, come tutte, è qualificato per la sua prima olimpiade, sarà la seconda per molte, anche per Lucia Bosetti, presente a Londra ma non nel disastro di Rio de Janeiro.
Ogni tanto l’ingranaggio perfetto si incaglia, i Paesi Bassi piazzano muri, allungano gli scambi (14 pari), Robin de Krujif è scudettata a Conegliano, nella squadra di proprietà anche della Maschio, spumanti, che ha appena preso anche Paola Egonu. Meno precisa del solito. Le arancioni resistono, davanti al presidente federale Pietro Bruno Cattaneo e al re dei procuratori, Donato Saltini, modenese, che sta al volley come Sbezzi al basket o Raiola al calcio.
Al PalaCatania il frastuono è assordante, non solo quando Egonu chiude, al quarto setpoint, 25-23. E’ l’Fivb a volere gli speakers mai zitti, il fattore campo incide, magari anche un punto, perchè basta un punto capovolto per evitare i vantaggi. L’Olanda non è al livello dei maschi di un quarto di secolo fa, quando impedì a Velasco l’oro olimpico: “Nel ’92 – racconta il ct Davide Mazzanti -, andavo ancora a scuola”. Rispetto a Bonitta mette meno tensione, rispetto a Barbolini forse un pizzico di più, certo le ragazze sono mature per interrompere il digiuno di ori, dalla coppa del mondo del 2011. I maschi non vincono da Euro 2005, a Roma, con Montali, la speranza è di doppietta europea, da fine mese, sarà dura, soprattutto per gli uomini, in campo da venerdì a Bari, per analogo torneo qualificante per Tokyo 2020. Contro la Serbia, sarà infinitamente più dura, perchè Malinov vale quanto Giannelli ma Zaytsev non quanto Egonu. Folie (preferita a Danesi) è persino più continua di Anzani, capitana Chirichella vale tanto più di Roberto Russo, palermitano al debutto in grande manifestazione. Sylla-Juantorena è un gran bel duello, Lucia Bosetti-Lanza siamo lì (lo schiacciatore di Perugia ogni tanto esce dal match), mentre De Gennaro è superiore a Colaci. Come coach, siamo lì. Anche con le arancioni, 6-5 nel secondo parziale, davanti alla romana Simonetta Avalle, regina delle allenatrici d’Italia. Ha ragione Lucia, ora la migliore della famiglia Bosetti: “Da noi non ci sono gelosie, l’importante era qualificarsi, non quanti palloni si toccano”.
Le blu (arancio) soffrono lo svettare di Raphaela Folie, la bolzanina, di un sestetto eterogeneo, con Sorrento (Moki libero cavalletta, la signora Santarelli, ct della Croazia) e Napoli (Chirichella), Ghana e Cittadella (Egonu, martellante), Tradate (Varese, Bosetti), Palermo e Costa d’Avorio (Sylla). Il muro azzurro spaventa le bellissime e gigantesse, sul 10-6 è quasi fatta, tantopiù sul 16-11. Si chiude per 25-17 e 25-23, con solo un momento di incertezza, sul 20 pari del terzo, con sparacchiata fuori di Egonu, salvata da un tocco a muro.
La federazione ha speso 500mila dollari, per Catania e Bari, per ospitare la prima occasione di qualificazione, l’Olanda è rimandata a gennaio oppure a maggio, final 8 in Giappone, ma ogni volta ne passa solo una.
Ieri è stato il giorno anche della Serbia, 3-1 alla Polonia, della Cina, 3-0 alla Turchia di Guidetti, del Brasile e della Russia (sulla Corea del sud). Azzurra riprenderà da Lodz, Polonia, venerdì 23, con il Portogallo. Girone continentale facillimo, sabato 24 con il Belgio, domenica con l’Ucraina, poi la Slovenia e il 29 con la Polonia. Europeo ospitato anche da Ungheria, Slovacchia e Turchia.
Vanni Zagnoli
Da “Il Messaggero”