Verona
L’Imoco Conegliano Veneto somiglia tanto allo sport di Benetton. Alla Sisley vincitrice di tre Champions nel volley maschile, alla Benetton basket che si aggiudicò 2 Saporta cup e 5 scudetti, alla Benetton rugby dei 15 scudetti, talmente forte da giocare solo in Europa, dal 2010.
Restiamo a Treviso, con tanto nordest e ricchezza di un territorio da record come produttività, in parallelo a Emilia Romagna e Lombardia.
A Verona arriva la prima Champions, sfuggì a Davide Mazzanti, non ancora ct, a Villorba, e due anni fa a Daniele Santarelli, contro Novara, all’epoca con Egonu. Sarebbe arrivata probabilmente già la scorsa stagione, senza covid, adesso è grande slam, manca giusto la supercoppa europea ed è un peccato che non si disputi, per arricchire il palmares. Sono 13 trofei in 9 stagioni e nessuno è rimasto, della precedente società.
Propulsori gialloblù sono il presidente Garbellotto e la famiglia Maschio, delle cantine, i due nuclei trasportano i trofei nel baule e sopra hanno anche Carraro, che dà il nome alle pantere in Europa. I produttori di spumante sono schiva, al pari di Marcello Carraro, dei trattori compatti, nella Marca hanno coagulato gli sponsor orfani di basket e volley maschili, con loro il ciclo tende all’infinito. Arriveranno trionfi finchè magari non cambieranno sport, in fondo accadde anche alla Mapei, dal ciclismo al calcio
Vista da vicino, nelle notti di ogni trofeo conquistato in Italia, l’Imoco è fenomenale e pure affascinante, con volti da cinema. E difatti tra Rai2 e Skysport il 3-2 della finale cattura 950mila spettatori.
Capitana è la polacca Asia Wolosz, miglior regista al mondo, l’opposto Paola Egonu, 22 anni e 6 potenziali olimpiadi, al pari di Simone Giannelli, in banda c’è l’esuberanza di Miriam Sylla, ballerina a Novara, davanti al pullman, stranamente in difficoltà nella finale con le turche del Vakifbank e in panchina dal terzo set. Sono all’altezza le altre schiacciatrici, americane, Kimberly Hill e la subentrata McKenzie Adams, e le centrali Raphaela Folie, bolzanina, e Robin De Krujif, olandese, forse la miglior coppia del pianeta. Si cambiano le seconde linee, servono campionesse che accettino magari neanche di entrare, nelle grandi partite, ma che siano allenanti. “Abbiamo proprio bisogno di gare allenanti”, ci ripete spesso l’allenatore, marito di Monica De Gennaro, best libero del volley. Il tutto fa 64 gare senza sconfitte, con l’unica della serie capitata a Perugia, dopo il mondiale per club, solo per turnover. “Avessi intuito questo primato, mica avrei lasciato riposare le migliori”, dice Santarelli. La Teodora Ravenna si aggiudicò 72 partite in sequenza, in campionato, negli anni ’80, Conegliano è a quota 57 e punta alla tripla cifra.
La migliore è Paola, incide quanto Cristiano Ronaldo, Messi e Lebron James, 40 punti nei cinque set contro il modenese Giovanni Guidetti, guru già forte di 4 Champions. Tra i maschi, sarebbe in difficoltà solo a muro e in difesa, sarebbe intrigante vederla in azione con l’altro genere, se consideriamo quante competizioni miste sono proposte in questo decennio. A tutto questo manca solo una medaglia olimpica. Già che ci siamo, si vadano a prendere l’oro, per superare anche i maschi, dal ’92 sempre accarezzato dagli azzurri.
Vanni Zagnoli
Da “Il Messaggero”