Dice tutto Giovanni Guidetti, il ct modenese della Turchia, padrona di casa e semifinalista contro la Polonia: «Mi sorprenderei se Serbia-Italia non finisse 3-2. Molto si deciderà in attacco, dai confronti a distanza tra Egonu e Boskovic, fra Mihajlovic e Sylla. Sorokaite attacca tanto più di Buse, che però è più solida in ricezione».
Dalle 16, la diretta di Italia-Serbia è su Rai2 e in streaming su Dazn, come commentatrici due bellissime contrapposte, Francesca Piccinini per il canale di stato e Maurizia Cacciatori. La Picci forse smette, era in campo 10 anni fa, nell’ultimo oro europeo dell’Italia, culmine di una generazione che ha vinto molto escluso la medaglia olimpica. Questa Italia è molto giovane, con Mazzanti vanta gli argenti nel World Grand Prix e al mondiale, un anno fa, contro la Serbia. «Per nulla scontati – ci ricordava a Catania, dopo la qualificazione a Tokyo 2020 -. Nella mia gestione il bilancio è notevole, nelle manifestazioni di alto livello».
Manca giusto l’acuto, l’oro. Al femminile l’ultimo fu in coppa del mondo nel 2011, con Barbolini ct e oggi campione d’Europa con Novara, mentre al maschile dobbiamo risalire a Euro 2005, a Roma, con Montali.
«Al primo posto andammo vicino un anno fa, nella finale mondiale di Yokohama, ora siamo sullo stesso livello della Serbia in molti fondamentali, per vincere dovrà funzionare al meglio il cambio palla».
Con la regia di Malinov, due anni fa infortunata, e con Sylla, allora fermata da un doping che poi si rivelò fasullo, l’Italia cercherà di imporre il proprio gioco, cosa che in più momenti non è avvenuta, nella sconfitta con la Polonia e nei successi Slovacchia e Russia. «Sarà fondamentale la nostra identità di gioco, nel 3-1 con le russe abbiamo pensato un po’ troppo a loro, ci sono mancati i nostri tempi».
L’Italia è penalizzata dai viaggi, dalla Polonia alla Slovacchia e ritorno, adesso è in Turchia, raggiunta giovedì notte. Mazzanti ha cambiato la preparazione delle gare, con presentazioni video non solo tecniche. «Le giornate passano velocemente, c’è giusto il tempo per un riposino e poi si scende in campo. Conta avere la mente libera, l’esperienza mi aiuta molto».
Ad Ankara, la Serbia difende anche il titolo continentale. In Giappone, al mondiale, recuperò dall’1-2 e pure lo svantaggio nel tiebreak, finito con le lacrime di Sylla. «Tutte noi – è l’auspicio della capitana Cristina Chirichella – speriamo di prenderci una bella rivincita, sarebbe però sbagliato focalizzarci su questo».
Vanni Zagnoli
Da “Il Messaggero”