La versione integrale dell’articolo per “Il Messaggero”
Carli saluta e se ne torna in California. Partorirà negli States, promette di tornare e riprendere a giocare, come tante mamme dello sport mondiale.
Carli Lloyd è la palleggiatrice di Casalmaggiore, che all’annuncio della maternità è stata insultata sui social da più pseudotifosi. «Per me è una mancanza di rispetto verso la società, la manderei via», «Io non la pagherei, quella è la porta, ciao», «È come quando assumi un’operaia dell’Est a tempo indeterminato e lei magicamente resta subito incinta», «Strappatele il contratto». Accuse in buona parte sono sparite da facebook, in questi giorni.
Lei se ne va davvero, senza dare l’impressione di farlo per amarezza. Scrive su instagram: «Ho espresso molte scuse al club e alle compagne per questo cambiamento immediato, la loro risposta è stata incredibile».
Al teatro sociale di Bergamo la Lega volley femminile apre la stagione, con le capitane delle 13 squadre di serie A collegate da remoto, lei è l’unica presente. Sale sul palco chiamata dal presidente Mauro Fabris, che ricorda le 4 mamme che nel 2016 divennero campionesse d’Italia con l’Imoco Conegliano. Le regala la classica camicetta per il neonato, ancora non sappiamo se sarà maschio o femmina, lei è un po’ in imbarazzo, di fronte a quel presente.
“Grazie per il sostegno – racconta la statunitense -, è stata una sorpresa bellissima. Lunedì ho deciso di fermarmi, avrei voluto continuare per 3-4 mesi, mi hanno però spiegato dei danni potenziali per il neonato, per questo non proseguo negli allenamenti. Senza la famiglia non sono tranquilla, ho scelto di tornare in Usa, forse poi riprenderò a giocare”.
Ha 31 anni, il ruolo di alzatrice è il più longevo del volley, volendo potrebbe avvicinare i 40, come Eleonora Lo Bianco, primatista di maglie azzurre, che chiuse proprio nel Cremonese.
Carli arrivò a 22 anni, a Busto Arsizio, per due stagioni, una la fece a Conegliano, dove fu vicecampionessa d’Italia, altre due a Casalmaggiore ed era appena ritornata, dalla Turchia. E’ fidanzata con Riley McKibbin, 32 anni, pure palleggiatore, per due stagioni in Umbria, una a Ravenna, da tre anni tornato in California. Lloyd si racconta anche dopo il palco. “Siamo felici, è un’emozione nuova.
E’ difficile restare lontano dalla famiglia, le videochiamate non bastano. Sono tranquilla, ora che ho scelto di rientrare negli Usa. Ringrazio gli sportivi per il sostegno, la maternità è una delle notizie più belle possibili, nella vita, va festeggiata”.
L’americana dagli occhi chiari confessa i sentimenti contrastanti. “E’ difficile essere atleta e avere paura di parlarne, provare vergogna, è una situazione molto strana. Ringrazio tutte le persone che mi sono vicine, soprattutto il presidente Boselli. Dal primo momento mi hanno accontentato, sentivo di essere come in famiglia. Vediamo come va in questi mesi, tornare a giocare qui sarebbe bellissimo”.
Inizialmente voleva giocare. «Ma è meglio tutelare la vita in arrivo», sottolinea il presidente. «E nessun ginecologo si prende la responsabilità di sostenere che giocare in stato di gravidanza non sia pericoloso», chiosa il procuratore, Bartocci.
Senza le limitazioni ai voli dagli Usa, sarebbe venuto in Italia il fidanzato. «Neanche sappiamo che conseguenze potrebbe avere un mio potenziale sul covid sul nascituro – riprende lei -. E con la gravidanza il contratto diventa carta straccia. Non abbiamo tutele, nonostante per noi giocare sia un lavoro”.
Avrà 10mila euro, dal fondo atlete, approvato nel 2018. «E’ l’occasione per riparlare del professionismo nello sport», chiosa Botturi. E ha ragione.
Vanni Zagnoli