C’è una Roma unica, ormai, nella pallavolo, con una doppia serie A2, il Roma volley group e la Roma volley, con l’obiettivo di promuovere con più forza e risorse questo sport nella capitale.
Il progetto ha la collaborazione di Telefono Rosa e il supporto del presidente di Lega femminile Mauro Fabris: “Il progetto cammina su gambe solide – racconta il vicentino -, costruirà una realtà di alto livello in una grande città, in una disciplina che raggiunge l’eccellenza nei piccoli e medi centri e che ha bisogno di diffondere i propri valori positivi anche nelle metropoli. Inoltre maschi e femmine possono unirsi per crescere”.
L’unica stella, Michal Lasko, polacco ma ex azzurro, lascia il volley a 37 anni. I maschi sono nelle mani di Antonello Barani, 45 anni, imprenditore della sicurezza. “La stagione della prima squadra costerà mezzo milione di euro. Le nostre giovanili erano 5-6, quest’anno le limiteremo, giusto per non prendere multe, ma siamo in compartecipazione con 9 società satellite, ben strutturate. Siamo giallorossi, ma non vicini al calcio”.
“L’intera attività femminile costa 600mila euro – interviene Pietro Mele, 56enne romano di Appio Latino, re degli impianti tecnologici -, giochiamo al Paladifiore, a Ostia, a 10’ dal PalaEur”. Come coach resta Stefano Micoli, bergamasco, per una squadra che sarà ripescata in A2. “Mai le donne sono arrivate in A1 – aggiunge Mele -, lavoriamo per quello. L’Acqua e Sapone copre quasi il 50% del budget, grazie a Rolando Cecchini, dalla sede di Aprilia. Il problema a Roma sono gli impianti: il palaTiziano è chiuso da due anni, l’Eur è una cattedrale, privata, gestita dalla Lottomatica”.
Coach e principali giocatrici arrivano a guadagnare 30mila euro. Erano biancoblu, da quest’anno sono giallo e rosso pompeiano. L’altro a mettere i soldi è il dg Roberto Mignemi, della Cybertech.
Vanni Zagnoli
Da “Il Messaggero”