Sabato sapremo se la Juve sarà stata capace di imitare l’Inter, ripetendo il suo triplete. Intanto però ha un’altra squadra italiana a cui ispirarsi, perchè la Pro Recco nella pallanuoto inanella trofei in sequenza. I genovesi hanno ripetuto il tris del 2007, 2008 e 2010, sono al 10° scudetto di fila (il 29° in assoluto), vengono dalla 10^ coppa Italia e sabato hanno interrotto il digiuno in Europa di tre anni.
Tornano a vincere la coppa dei Campioni aggiudicandosi la final six di Barcellona, in finale battono 8-7 il Primorje Rijeka: i croati rappresentano la scuola ex slava, rivale di sempre, e hanno in Sukno uno dei migliori giocatori al mondo. Questa stessa finale aveva portato l’ultimo titolo ligure, 3 anni fa in Romania.
CINQUANTENARIO. Mezzo secolo fa la prima vittoria dei recchini nel trofeo continentale più importante, ora sono i più titolati d’Europa, con 8 trofei, contro i 7 di Mladost Zagabria e Partizan Belgrado. In autunno ripartiranno da favorita nella Supercoppa europea, contro il Posillipo, vincitore dell’Euro cup, in finale con l’Acquachiara Napoli. E anche la Len, in campo femminile, è stata tutta italiana, con il successo di Imperia su Padova, poi campione d’Italia, a dimostrazione di una grande stagione azzurra in acqua.
In semifinale, la Pro supera i padroni di casa del Barceloneta, in finale si porta a +2 nei tempi centrali, senza farsi più riprendere.
Il segreto è la difesa, come in tutte le medaglie conquistate dalla nazionale di Campagna, spiccano così le parate di Tempesti, il lavoro dell’attaccante Figlioli (2 reti), del difensore Gitto e pure del centrovasca croato Jokovic (2 gol e vicino alla laurea in economia).
Ma in fondo la squadra del serbo Milanovic è come fosse la nazionale italiana, perchè ha pure Giorgetti (una rete), Giacoppo, Aicardi e Di Fulvio. Inoltre viene rafforzata da stranieri eccellenti: i serbi Prlainovic, Pijetlovic (un gol) e Filipovic e il montenegrino Ivovic. La rosa è talmente forte che vanno in tribuna Fondelli, Figari e l’ex vicecapitano azzurro Felugo, dal 2013 messo in stand by da Campagna.
PRIMATI E CURIOSITA’. Maurizio Felugo è comunque alla 6^ coppa, eguaglia il record di 40 anni fa di Perisic (Partizan). “Come noi nessuno mai” è la maglietta celebrativa della coppa. L’Italia raggiunge così la vecchia Jugoslavia con 13 successi nella coppa dei Campioni, la disgregazione ha moltiplicato le avversarie, ma il nostro Paese tiene il passo di Croazia, Serbia e Montenegro.
“Vinciamo tutto il possibile – spiega Pietro Figlioli, brasiliano che giocò le Olimpiadi del 2004 e dell’08 con l’Australia, mentre a Londra fu azzurro -, la tripletta è davvero di poche squadre. Siamo uniti e forti, professionisti di fatto e come mentalità, anche se il nostro sport ha uno spirito dilettantistico, al punto che nessuno ha il procuratore”.
Neanche si paga, alle partite casalinghe della Pro Recco (“Solo alle finali scudetto”, sottolinea il presidente Barreca) e così i fedelissimi sono un centinaio. L’intera stagione costa meno di un milione, il giocatore più pagato è uno straniero, con 70mila euro netti. I religiosissimi del gruppo sono Giorgetti e Felugo, mentre Giacoppo, laureato in economia turistica, è buddista e l’anno scorso è stato dal Dalai Lama. Il patron Gabriele Volpi, 72 anni, è socio di Predrag Sloboda, presidente del Primorje e pure della federazione croata di pallanuoto. Fra i dirigenti, la società battuta in finale di coppa ha Damir Miskovic, al quale l’imprenditore recchino affida le sue attività petrolifere in Nigeria e anche ruoli nel calcio: è consigliere dello Spezia, uscito nel preliminare playoff in B, e presidente del Rijeka, 3° e due volte secondo nel campionato croato. Sempre con la proprietà Volpi, magnate dello sport.
Vanni Zagnoli