C’è un romano campione del mondo di pugilato. A sorpresa, ma nettamente. E’ gloria per Michael Magnesi, 25enne di Cave, 36° italiano iridato, nella serie aperta da Primo Carnera.
A Fondi, si aggiudica il titolo mondiale Ibo superpiuma, mandando ko alla 5^ ripresa lo svizzero-ruandese Patrick Kinigamazi, che veniva da 32 successi, di cui solo 4 per ko, e da due sconfitte, ma precedenti al 2012. L’africano era rimasto fermo dieci giorni per il codiv, perciò il match era stato rinviato di tre settimane.
“Ho affrontato pugili più forti del romano”, aveva sbruffoneggiato alla vigilia. Il nostro peraltro è imbattuto, nei 18 incontri da professionista. “Vincerà eventualmente solo perchè ha i giudici italiani”, l’altra accusa del mancino africano, a incendiare l’atmosfera. Quasi per nemesi, è stato dominato.
Emozione, agli inni, senza la pandemia il palasport in provincia di Latina sarebbe stato esaurito. Magnesi si aggiudica anche i primi 4 round (si boxa sui 12), soprattutto il terzo, grazie al primo ko, con un gancio destro. Nel quinto Kinigamazi barcolla, l’arbitro svedese non gli consente di riprendere.
Pantaloncini unici, Magnesi si allena alla Body boxe di Silvio Branco e Mario Massai: “Da Silvio ho appreso la parte atletica, dall’altro tattica e tecnica. Questa – racconta – è solo una cintura di passaggio, punto a vincere su più sigle”.
All’angolo ha il tecnico Gesumino Aglioti e la moglie Alessandra Branco, figlia di Silvio Branco e nipote di Gianluca, due grandi ex della boxe azzurra.
Ora gioisce “Lonewolf”, lupo solitario, vanta 60 match da dilettante con la vittoria al Guanto D’oro, diverse presenze nelle World Series e metà incontri da professionista vinti prima del limite. Lasciò i dilettanti a 21 anni, vive a Civitavecchia, ogni tanto gira in barca e pescare. “Mi dicono che dimostro 40 anni – diceva -, sarà perchè ho dovuto prendermi carico della malattia di papà”.
Ora sogna di difendere la cintura iridata a Roma, dove si è allenato per anni. “Magari al Colosseo». Si ispira all’americano Marvin Hagler per la potenza, al messicano Oscar De La Hoya per la classe e ad Arturo Gatti, da Cassino, scomparso nel 2009, per la generosità
L’ultimo italiano campione del mondo era stato Giovanni De Carolis, altro romano, nei pesi medi, nel 2016.
Vanni Zagnoli
Da “Il Messaggero”