Il Messaggero, l’Italia campione del mondo di bowling, battuti gli Stati Uniti da 20mila euro a testa. Gli azzurri: “Ci rimborsano solo le spese”. Un panettiere, un venditore di patatine: “E non parlateci dei film anni ’70, non siamo come bulli e pupe”

(rainews.it)

C’è una nazionale che vince, nel bowling. Mai successo, sino a ieri solo un bronzo iridato nel 1971, a Milwaukee. Dopo il secondo podio europeo del curling, arriva l’oro mondiale nel bowling. Quello dei film americani, Colombine e il grande Lebowski, immagine degli Usa anni ’60, degli amici che fanno notte fra un drink e uno strike, magari anche per acchiappare, facendo colpo sulle pupe. Alzi la mano chi non ha mai bocciato i birilli. 

La federazione è una delle cenerentole fra le 21 affiliate al Coni, è persino sorprendente che esista, per uno sport mai stato olimpico. A Hong Kong, il cammino inizia con altre 46 nazionali, per selezionare le migliori 4, l’Italia disputa un totale di 11 partite, davanti a soli 150-200 spettatori e senza neanche un familiare. Batte i superprofessionisti degli Stati Uniti, con la formula baker, ovvero 2 partite su 3: il sestetto di Massimo Brandolini supera 2-1 il Canada in semifinale, 176-162, 210-244 a favore dei nordamericani e poi la tiratissima bella, 190-179, proprio come in una pellicola americana di mezzo secolo fa. La finale è più agevole, 2-0 agli Usa, 189-169 e addirittura 210-166. La nazionale è rappresentativa della penisola, con il romano Pierpaolo De Filippi, 36 anni, amministratore di condominio e gestore di negozi di patatine fritte. Ci sono un lucano, Antonino Fiorentino, futuro avvocato, e un milanese, Marco Parapini, proprietario di bowling. Il capitano è torinese, Marco Reviglio, ha 53 anni e chiude la carriera con questo titolo. E poi due emiliani: Nicola Pongolini, metalmeccanico di Salsomaggiore, e il 22enne Erik Davolio, fornaio di Reggio. 

Il team fa esultare anche il Coni, con il tweet del presidente Giovanni Malagò: ”Campioni del Mondo! Orgoglioso dello storico successo iridato. Complimenti alla federazione guidata da Stefano Rossi. Grazie, ragazzi”.

«E’ un sogno che diventa realtà – racconta Fiorentino, futuro avvocato -. Al mondiale di Las Vegas eravamo arrivati 22/esimi, nell’ultimo anno abbiamo lavorato duramente. Siamo rimasti calmi, in quella pista stretta, incassando un risultato che per il nostro Paese significa molto”.

Perchè gli Usa hanno il migliore al mondo, Chris Schenker, che guadagna sui 200mila euro l’anno, e gli altri due top delle precedenti stagioni.

“Da noi – spiega il presidente Rossi – i praticanti sono appena 2500, di cui appena 15% donne. E 5 anni fa la federazione era commissariata”.

Parrebbe uno sport da giovani, da venerdì sera al bowling, appunto, tradizione anche italiana. “Invece gli under 18 neanche arrivano all’1% – obietta il ct Brandolini, milanese, bancario di 56 anni -, mentre uno su quattro è sopra i 60 anni”.

“Il premio per questo titolo – sorride il romano De Filippi – è zero, la federazione ci rimborsa giusto le spese. Per essere competitivi ci alleniamo 4-5 sere la settimana, fra l’una e le tre ore. Lombardia e Lazio hanno il maggior numero di praticanti”.

Per giocare, da noi si spendono 2 euro e mezzo a partita, una famiglia di 3 persone con 30 euro va avanti una serata intera. “Noi, però – osserva De Filippi – non ci identifichiamo in quei film americani, con ubriachi e scommettitori, da malavita di periferia. Abbiamo rigore in pista e nella vita, guai a improvvisarsi”.

Mica sono quelli di Fonzie e di Happy Days. 

Vanni Zagnoli

Da “Il Messaggero”

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