Parma
Non solo Genoa-Parma, nel fine settimana tutte le partite di serie A inizieranno con un quarto d’ora di ritardo per sensibilizzare sulla crisi dei crociati. “Occorre una riflessione seria – spiega l’assocalciatori -, sulle norme di iscrizione ai campionati, sui controlli dell’onorabilità e solidità economica dei club”.
A proposito, la Lega conferma per venerdì 6 marzo il consiglio con il Parma al primo punto dell’ordine del giorno, ma deciderà solo in accordo con gli organi fallimentari. Intanto la procura della città ducale indaga per bancarotta e dopo l’udienza fallimentare l’accusa dovrebbe diventare di bancarotta fraudolenta, in particolare per i 16,7 milioni non versati al fisco. Per ora non ci sono indagati, rischiano soprattutto l’ex presidente Ghirardi, che scarica le colpe sull’albanese Taci, consigliato come successore da Lega e federazione, e l’ex ad Leonardi, da oltre una settimana in ospedale.
Entrambi sono chiamati in causa dal team manager Sandro Melli, in campo nel grande Parma e adesso esterrefatto per il destino della società. “Sei anni fa – ricorda -, dopo una vittoria sul Chievo venne in spogliatoio carico, per offrire un premio speciale per la partita successiva. Poco più tardi mi chiese un prestito sulla parola di 100mila euro e impiegò 3 anni per restituirli”.
Ecco, già lì non era credibile un presidente che chiede soldi a un dirigente storico, neanche socio del Parma. Eppure divenne consigliere di Lega. Appunti che trapelavano anche da ex allenatori del Parma. “Dall’arrivo di Leonardi – insiste Melli – a Collecchio non si muoveva foglia che lui non volesse”.
Sarà probabilmente la Lega a farsi carico del finale di stagione del Parma, almeno una società però non è d’accordo sull’ipotesi del fallimento pilotato. E’ il Cesena di Giorgio Lugaresi. “Nel 2012 – spiega il presidente – la mia famiglia è rientrata per fronteggiare un debito raddoppiato. Vanno sempre salvaguardati tutti i fornitori. L’operazione fatta a Bari non è la strada corretta”.
Vanni Zagnoli