Su Il Messaggero, da un’idea di Massimo Caputi, responsabile della redazione sportiva, il punto sul mercato delle matricole debuttanti. Con un ringraziamento al presidente Caliumi.
Carpi (Modena)
Low cost e low profile. Il mercato del primo Carpi di serie A rispecchia la filosofia della scorsa stagione, dopo gli investimenti massicci che due anni non portarono ai playoff, al debutto in B. Era tutto nelle mani del dg Cristiano Giuntoli, talmente bravo nel portare in 6 anni i biancorossi dalla serie D alla A che l’ha preso il Napoli.
Da Verona arriva Sean Sogliano, figlio di Riccardo, vecchia volpe del mercato, anche nel Parma vincitore di tre coppe con Malesani. L’ex terzino sinistro del Perugia a Verona ha fatto benissimo, al punto che era candidato per il Milan, in Emilia raccoglie le indicazioni del proprietario Stefano Bonacini e del socio Roberto Marani: “I soldi ci sono, vanno centellinati”. Fece altrettanto il Sassuolo, due anni fa, a gennaio tuttavia per evitare il ritorno in B il patron Squinzi dovette acquistare 11 giocatori.
Il Carpi prova a salvarsi con molti italiani e con Fabrizio Castori, debuttante in A a 61 anni, marchigiano come Iachini e Mancini. Ha perso tanti protagonisti della promozione per fine prestito: il portiere Gabriel è molto concupito, il difensore Struna torna al Palermo, Molina e Suagher all’Atalanta, la punta Inglese al Chievo.
A centrocampo innesta Marrone, deludente a Sassuolo, in avanti Wilczek, capocannoniere in Polonia, e Ryder Matos, brasiliano ex Palmeiras, in prestito dalla Fiorentina. Benussi è il portiere, ma serve un titolare, arriveranno 2 difensori giovani e forse Feddal, l’esterno Munari e il il 19enne Cerri, centravanti ex Parma, preso alla Juve. Il budget è globale di 12-13 milioni, di cui 8-9 di ingaggi.
“Una città di 70mila abitanti – spiega Claudio Caliumi, presidente dal 2010 – non può competere con le grandi. Il nostro budget dipende da ricavi, diritti tv e paracaduti da erogare alle retrocesse in B e in Lega Pro. Tutto quanto arriva lo investiamo per salvarci”.
Vanni Zagnoli